PRESEPE, DOLCE ANGOLO DI CASA

21/12/2018

In questo periodo storico-politico corriamo il rischio che il presepio divenga un giocattolo più o meno artistico e coreografico, invece che un dolce angolo di casa davanti al quale riflettere e meditare sui veri e profondi significati che sarebbero dovuti crescere anche nel nostro paese.
Le polemiche false o vicine alla comicità non devono arrivare fino alla capanna. Il presepe davanti alla galera, invece che dentro; il no al presepe in alcune scuole perché aperte a tutte le religioni del mondo; il sì al presepe in altre strutture perché fa colpo, perché si è sempre fatto così, con le statuette cariche di muffa e ritrovate dopo ore di ricerca negli angoli più reconditi della cantina, creano enorme tristezza.
Se un presepe va fatto o è autentico e sentito fin dentro al cuore, oppure compriamo due panettoni e attacchiamo due palloncini al lampadario al centro della sala. Non possiamo più vivere il Natale come lo celebravano i nostri nonni.
La penosa frequenza alle funzioni religiose e la banalità con la quale usiamo parabole, nomi e storie del Vangelo non possono lasciarci indifferenti e contenti come minore dei mali.
Cito alcune riflessioni di Rubem Alves: “L’umanità di Dio ci deve mettere a disagio, come qualcosa che dopo secoli non abbiamo ancora scoperto. Dio per parlare di sé, si è fatto prima bambino, poi uomo, poi “crocifisso”. Se vogliamo, oggi, fare un discorso vero su un Dio fatto uomo, dobbiamo avere il coraggio di chiederci che uomini siamo, che umanità avrebbe voluto. Gesù di Nazareth è il desiderio di Dio. È la scelta che lui ha fatto. È la cosa più bella, più meravigliosa, che più piacevole non potrebbe esistere.
Con il Natale dovremmo capire che non c’è nulla di meglio che essere un uomo, una donna, un bambino. Perciò, nell’angolo di casa nostra, ci può stare l’asino, il bue, i magi, i pastori.
Ci può stare tutto ma solo se il tutto ci aiuta a capire che Dio si è fatto uomo affinché noi siamo più uomini veri, autentici, fraterni, redenti. Chiediamo al Dio bambino che ci offra il pane e il vino per soddisfare la nostra nostalgia di speranza, di serenità, di pace.


Don Antonio Mazzi