IO, PRETE, E L’AMORE PER I MIEI RAGAZZI

15/07/2016

Lasciatemi parlare con me stesso, a voce alta. Alla fine capirete perchè. Sono prete da 60 anni, ma non so ancora bene perchè e come ci sono arrivato. Non avrei voluto nemmeno fare il cristiano, rancoroso con Dio che mi aveva rubato il papà. Avevo appena due anni! Quando mi sono trovato prete, l’occasione mi è servita, non per fare il prete, ma per fare il padre a chi non lo aveva. Così, senza accorgermi il rancore con Dio si è trasformato in amore per migliaia di ragazzi, i quali colmarono il vuoto di paternità che mi ero portato dentro dall’infanzia.
Nei 60 anni passati in Italia e nel mondo ho incontrato le storie più assurde e le vicende più complicate e rischiose. Terrorismo, droga, prostituzione, pedofilia, omosessualità, depressione, pazzia. Ma la cosa che più sconvolge, sarà semplice per voi, ma non per me: tutta questa “schifo” del mondo mi è caduta addosso senza che la cercassi e senza crearmi il minimo disagio. Trovarmi alle tre della notte in stazione centrale a Milano a parlare con una prostituta, o in televisione con la Mara Venier, o sull’Aspromonte con una comunità di eroinomani, non mi creava nessun disagio, anzi… E poi, mi trovavo sempre nel momento più problematico, senza averlo mai programmato. Esiste il caso? Ecco la domanda: o esiste un Dio delle occasioni? E le occasioni c’entrano con il Vangelo, con la fede, con la teologia? E la domanda ce l’ho qui, dopo 60 anni di prete, perchè le occasioni impensate, assurde, mi arrivano anche adesso, anzi, adesso che le cerco di meno, mi arrivano di più.
Ho letto, riletto, scarabocchiato, sottolineato, strappato il Vangelo. E ho capito che di Vangelo in giro ce n’è poco. Oppure io mi sono fatto un Vangelo a mio uso e consumo come i millenial. Per di più essendo oltre che prete anche religioso, ho fatto i voti di povertà, castità e obbedienza… Però; non ho mai obbedito ai superiori, ma solo e sempre ai miei ragazzi. I loro desideri, problemi, richieste, per me erano ordini, obbedienze.
La povertà: ho visto passare dalle mie mani milioni, ma solo passare. Non ne ho mai “toccato” uno. Erano per loro. Non ho casa, non ho macchina, mangio quello che cucinano i ragazzi, e tutto ciò che ho sono regali: dai maglioni, alle scarpe, ai fazzoletti, al letto, alle coperte. La castità, l’amore. Ho trasformato l’amore per una donna, nell’amore per migliaia di figli. A me non bastavano otto, dieci, figli. Per me tutti i figli del mondo sono miei figli, veri, più veri di me. E questo mi sconvolge un’altra volta. è il mio cuore così grande da tenere dentro il mondo, oppure, passando di qui per caso il Padreterno, mi ha prestato il suo?
Ecco alcuni miei pensieri “a voce alta” fatti dopo 60 anni di prete. Troppo bello?! No! Aprendo il giornale di stamattina ho letto che secondo il Censis, nel 2031 sparirà l’amore. Come faranno a vivere nel 2031, senza amore, senza relazioni forti, costanti, vere? Che tristezza! E allora tutti i miei 60 anni di prete a cosa sono serviti? Eh, no! Chiederò per allora al Padreterno di inventarsi un'altra occasione. Intanto mi godo questa e sono felice di avervela raccontata.

Don Antonio Mazzi