CARO PAOLO, I FANTOZZI SONO RIMASTI QUAGGIÙ

14/07/2017

Mi spiace tanto che sia morto anche Paolo Villaggio. In una settimana se ne sono andati due con i quali mi sono divertito e ci siamo divertiti, ma in modi diversi, voi sempre, io soprattutto a “Domenica In”.  E poi, scusate l’egoismo, ambedue si aggiravano sugli anni 84. E le vicinanze temporali, o i cosiddetti compleanni ravvicinati, non sempre ti fanno fare pensieri rasserenanti.
Mentre l’eleganza di Paolo Limiti mi rendeva quasi timido e quando mi intervistava era tra i pochi ai quali davo del Lei (pensate che do del tu al Papa) la follia di Fantozzi mi mandava fuori di testa. Se mi avesse chiesto di fare qualcosa con lui come ad esempio Io speriamo che me la cavo, sarei andato di corsa.
In quel periodo poi, parlo degli anni 1990/1995 essendo lui un po’ bulimico (falso o farsesco) mi raccontava delle sue abbuffate notturne. Faceva venire l’acquolina in bocca a chiunque, tanto era bravo a descrivere ogni minima mossa, con la sua mimica unica al mondo. Passavamo ore nel camerino e già lì cominciava Domenica In.
Ma quello che mi faceva più ridere erano le domande: “Ma i tuoi, non ti fregano niente? Di notte non ti svuotano la cucina?”.  Ogni volta, ogni santa domenica, dopo avermi raccontato le sue mangiate di spaghetti freddi e rubati dal frigo, ritornava sulla domanda: “Ma i tuoi…?”. E io: “Paolo, benedetto, ma i miei di notte, magari cercassero gli spaghetti! Scappano dalla comunità per ben altre cose…”. E lui: “Mi sono dimenticato, hai ragione”, e poi entrava sul palco con Mara Venier.
Ritornava, e riprendeva. Andavo sul palco io, tornavo e lui riprendeva: “Ma i tuoi cosa mangiano?”.  “E dai! Te l’ho appena detto…”. Finita la prima sequenza di sceneggiate cominciava con le smorfie. Ricordate? Tornavo a Milano, sorridente, come avessi fatto una settimana di centro benessere.
Paolo, ascolta! Lassù continua con le smorfie. Le devi fare. Fa ridere un po’ il Padreterno e magari ricordagli di guardare un po’ più spesso in giù, perchè i Fantozzi, quelli veramente sfigati, sono rimasti qui. Inutile, poi, che ti dica che la Madonna non è Mara Venier. Abbi un po’ di educazione e le scenette falle con discrezione. E ricordami! Perché anch’io “speriamo che me la cavo oltre gli anni Ottanta”…

Don Antonio Mazzi