DENUNCIARE I CLIENTI DELLE PROSTITUTE: DETERRENTE VALIDO?

26/09/2017

Per la centesima volta stiamo discutendo se è giusto denunciare e mandare in galera i clienti delle prostitute. Questo problema corre su e giù tra le colonne dei giornali, le rubriche televisive e nei dibattiti politici.
Devo dire che sono stato tra i primi ad affrontare questo dramma, e fu in seguito al disastro del Parco Lambro, a Milano, negli anni Settanta. Droga, prostituzione, morte, disperazione, me li sono vissuti tutti, giorno e notte, da direttore dell’Opera Don Calabria, che sorgeva a ridosso del Parco stesso e poi con il “camper” e con fratel Ettore, nei dintorni della Stazione Centrale.
A me fa ridere o piangere, leggere e rileggere sempre le stesse dichiarazioni e risentire le eventuali soluzioni carcerarie. Non credo che questi problemi umani, sociali, nati da ipocrisie politiche, da condotte diseducative e da moralismi confusi con un malessere generale, vadano risolte con le punizioni pecuniarie, carcerarie e con le diffamazioni.
La galera fa solo peggiorare le situazioni personali di povera gente (per povera non intendo solo povera di soldi ma soprattutto povera di valori).
Questo vizio secolare va curato con metodi pazienti, costanti e preventivi. Al sindaco di Firenze direi che questi temi andrebbero promossi nelle scuole, negli oratori, nei dibattiti pubblici e privati e affrontati da persone credibili, significative, capaci di “motivare” e, non solo, di esibire statistiche e raccontare con ricchezza di particolari morbosi, fatti ed episodi nauseanti.
Devo però anche dire che se i padri arrivano ai marciapiedi, non possiamo sperare che i figli, domani, vivranno da eroi o, almeno, da uomini veri e capaci di scegliere oltre al lavoro, e alla famiglia, con intelligenza e giudizio.

Don Antonio Mazzi