DOPO I MAFIOSI IL VATICANO INTENDE SCOMUNICARE I CORROTTI. È UNA SCELTA POLITICA?

28/06/2017

Papa Francesco è certamente l’uomo del sorriso, della tenerezza, della misericordia ma, conosciuti i suoi precedenti, è anche l’uomo ben attento su quanto sta succedendo nel mondo.
Da ottimo interprete del Vangelo, sa bene che non esiste un pezzo di uomo che ama Dio e l’altro pezzo di uomo che traffica su cose ben “altre” e diverse.
L’opinione pubblica - privata, cattolica e laica - di tanto in tanto si domanda se questo uomo vestito di bianco e che si ferma appena vede un bambino per baciarlo, sia solo un sant’uomo o non sia anche un uomo politico.
E qui va chiarito che la parola politico va pulita dai numerosi equivoci e doppi sensi di cui è stata rivestita. Poiché chi vive la misericordia e fa del perdono la sua bandiera non deve tacere o sottovalutare situazioni che sono contro l’uomo, contro la società e contro l’onestà.
A suo tempo Papa Giovanni Paolo II ha urlato contro i mafiosi con potenza insolita. Oggi Papa Francesco, dopo aver anche lui scomunicato i mafiosi, fa un passo avanti, ancora più “politico” (se vogliamo continuare con l’equivoco) o meglio più evangelico e scomunica i corrotti.
Potrebbero sembrare molto lontane le due categorie: mafioso si sa cosa fa ed è ben chiaro il suo mestiere. Quando invece parliamo di corrotti, facciamo un salto mortale triplo (come direbbero gli sportivi) perché la corruzione tocca quegli strati della società che dovrebbero fare tutto e di tutto perché la corruzione non la sporchi, la inquini e la deturpi. Un gesto che esige il coraggio del profeta biblico, alla Geremia e alla Isaia.
Per arrivare a questi livelli, il Papa deve essere veramente stufo di quanto vede, sente e vive fuori e dentro la società e la chiesa. Sia benedetto questo gesto e soprattutto speriamo che passi quanto prima alla realizzazione: cacciando ufficialmente dalla Chiesa i corrotti e le associazioni mafiose.

Don Antonio Mazzi