DROGHE E FALSO AMORE. RAGAZZINE IN TRAPPOLA

11/08/2017

Dovremmo cominciare a parlare di femminicidio in modo più profondo, più doloroso e meno professionale. Dietro ai fatti, ormai quotidiani, inspiegabili e sull’orlo del selvaggio, spaventa pensare che barcolli, quasi scheletrito e deforme, sulla nostra testa il cadavere dell’amore, dell’amicizia e del divertimento.
La nostra società, così evoluta e ricca di infinite occasioni positive, eroiche e profondamente autentiche, sta nello stesso tempo precipitando tra le fauci di violenze amorose, cresciute nella frenesia dello sballo ad ogni costo, deformando i rapporti, anche più dolci e umani, in omicidi e suicidi da romanzo giallo.
Come possiamo giustificare l’uccisione, da parte di una madre, del figlio diciottenne, per poi suicidarsi senza un motivo comprensibile? Come possiamo non fremere davanti alla morte di una sedicenne, avvenuta alle 2.30 della notte, a causa di droghe sintetiche, con il fidanzato maggiorenne che per giustificarsi ripete, vigliaccamente, “l’avevamo fatto altre volte e non era successo nulla”? È una tesi proponibile ammettere che, oltre lo sballo, il giovanotto usava l’amicizia di una minorenne per azioni così pazzesche?
Dopo anni e anni di lavoro educativo, di informazioni dettagliate e preoccupate, ci troviamo, ancora una volta, vinti, sconvolti, umiliati, sconfitti e schifosamente derisi nei nuovi luoghi della morte, quasi tutto fosse appena incominciato.
Rogoredo (Mi) ripete le disperazioni avvenute 30 anni fa nel Parco Lambro con accentuazioni più deliranti e preoccupanti. A Rogoredo ho visto ragazzi di dodici/tredici anni, ho visto spacciatori che in pochi minuti vendevano chilogrammi di roba, la più schifosa, a tre/quattro euro.
Continuo: è mai possibile che una coppia, lui 19 anni e 18 lei, parta da Aosta per arrivare a Rogoredo e, una volta giunti, sia la ragazza a girovagare per tutta la notte tra le ombre del bosco, alla ricerca dell’eroina perché “quel balordo di ragazzo non se l’è sentita di andare ed è rimasto in macchina”?
Una fortuna, più benevola del fidanzato, ha fatto sì che la ragazza venisse recuperata presso la stazione dei Freccia Rossa di Rogoredo, alle otto del mattino, confusa e distrutta dalla droga.
Mi fermo qui. Ho messo insieme droga, violenza, falso amore, disperazione e abuso quasi normale della donna. Mi viene la voglia di rifare l’esperienza che ho fatto trenta anni fa, sono convinto che ce la farei. Costruiamo una tax force, mettiamoci attorno ad un tavolo quanto prima. Non possiamo vivere da balordi anche noi. Sono i nostri figli!

Don Antonio Mazzi