IO, RE MOGIO, VORREI REGALARE PACE

05/01/2017

L’amico Antonio Ricci mi ha mandato gli auguri. Giocherellando con il suo umorismo scarnificante, e dolcemente equivocando sul presepio, mi ha trovato il quarto posto: come “Re Mogio”. E se fosse l’unico posto che quest’anno resterebbe ai tanto amati e cari re dei regali, della stella, dei cammelli, dell’oro, dei kobo, della mantella Snobby Shepp, degli orologi Yo-Kai Watch, degli orecchini Medusa, della affettatrice Berkel?
Vorrei essere per un attimo un re magio di allora e un re mogio di ora. Magio di allora, per dire al bambino che, nonostante tutto, sotto il manto regale, un pezzetto di pace gliela porgevo. Mogio di ora per dire ai miei ragazzi e a tutti i bambini della terra che l’unico regalo che io, re mogio, voglio offrire loro è ridisegnare insieme la seconda pagina della Bibbia, con Caino e Abele che si abbracciano e si baciano.
Perché la pace può rinascere solo dalla convinzione che o vivranno tutti due, amandosi diversi, o moriremo tutti, loro e noi. La pace ha le sue radici nell’amore. E i doni natalizi devono essere l’esternazione di questo binomio: pace uguale amore fraterno.
Vorrei perciò che i nostri figli non cercassero la pace lontano da loro e che la pensassero opera di manipolazioni e di intermediazioni mondiali sporche e interessate. Le radici della pace sono dentro ciascuno di noi. Dobbiamo seminarle, spargerle e pazientemente aspettarle, perché faranno frutti a tempo debito.
Chi ha cambiato il mondo non furono Pilato, Cesare, Anna, Caifa e i Romani. È stato un bambino. Fatemelo spiegare meglio. Se mettessimo su una mano il Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, e se mettessimo sull’altra mano il Figlio bambino, impotente, nato in una grotta e, fissando profondamente prima una mano e poi l’altra, io vi dicessi che le due mani hanno la stessa importanza e la stessa diversissima onnipotenza, cosa direste?
Eppure è così: il Natale vale la creazione. Il mondo senza un nuovo Adamo che sapesse reinterpretare integralmente, cioè divinamente e umanamente insieme, le meravigliose immensità, sarebbe stato tutto inutile, anzi micidiale.
Come la voglia di disubbidire al primo no, uccise la fraternità; oggi è la voglia di dire il primo sì ci salverà. E al primo sì daremo il nome di PACE. Perciò il Re Mogio l’unico regalo che dovrebbe fare ai ragazzi del mondo è dire: “Datevi l’abbraccio della PACE!”.

Don Antonio Mazzi