LA COPPIA: DUE MONDI COMPLEMENTARI

10/01/2017

Non so se i giornali e i giornalisti abbiano sempre ragione, ma qualche giorno fa, in prima pagina, tra le notizie da sette colonne ce n’era una estremamente positiva e rasserenante. Sembra che da una indagine, in Italia, il matrimonio torni a godere una certa reputazione.
Ecco alcuni dati elaborati dall’Istat e che, perciò dobbiamo ritenere assolutamente affidabili: nel 2015 sono stati celebrati in Italia 194.377 matrimoni, circa 4.600 in più rispetto al 2014. Si tratta dell'aumento annuo più consistente dal 2008. Prosegue l'aumento dei matrimoni celebrati con rito civile, l'8% in più rispetto al 2014, il 45,3% del totale dei matrimoni.
L'introduzione del "divorzio breve" ha fatto registrare un consistente aumento del numero di divorzi, 57% sul 2014. Più contenuto è l'aumento delle separazioni, +2,7% rispetto al 2014. La durata media del matrimonio al momento della separazione è di circa 17 anni.
Volendola pensare bene e con un tantino di zucchero in più, la gente sta capendo che la vita vissuta con un amore autentico e in un clima sereno e positivo, sia più degna di essere vissuta perché portatrice di vantaggi umani e spirituali molto qualificanti.
Detta così la notizia esigerebbe di essere approfondita, portando ulteriori approfondimenti. Io voglio fare il credulone e l’ingenuo. Soprattutto, vivendo da una quarant’anni tra coloro che sono stati e state vittime di matrimoni sbagliati e di abbandoni carichi di sofferenze e di tragedie, una boccata d’aria meno inquinata socialmente e meno bistrattata da una cultura idiota ed egoista, anche fosse appena quasi vera o appena quasi sbagliata, me la voglio godere tutta.
Un saggio dice che ogni mattina, appena alzati dovremmo spalancare tre volte le braccia e abbracciare la giornata, le persone che ci circondano e la vita che ancora una volta ci viene regalata. Tornare a credere nelle cose semplici, non si può esistere smettendo di lasciarsi infinocchiare dalle cose fasulle, tecniche, artificiali, economiche, non vuol dire regredire culturalmente, anzi.
Se torniamo all’umanesimo genuino, ai periodi veri della nostra storia, alle personalità che hanno cambiato il mondo, ci accorgeremo che sono uscite da situazioni incredibilmente “povere” e, quasi sempre, circondate da una donna o da un uomo, ricco magari di figli e con dentro solo una grande voglia di dare alla sua vita obiettivi concreti, colorati di sogni, di avventure, di fatiche, di fallimenti e di vittorie capaci di dare ad una nazione e al mondo novità mai nemmeno immaginate.
Dice un proverbio che l’infinito ce l’abbiamo dentro tutti, ma solo pochi lo sanno sfruttare. E parlando di luna piena, extralarge, come l’abbiamo vista alcune sere fa, troppi guardano solo i semafori e la televisioni (perfino la luna qualcuno l’altra sera l’ha vista in televisione. Troppa fatica alzarsi dalla poltrona).
L’esistenza, oggi, ha rispolverato vecchie verità che, da furbi e moderni, avevamo deriso e denigrato. Attenzione però. Torniamo a pensare seriamente al matrimonio ma, sempre secondo il sondaggio, pare che si debba fare un pensierino anche sulla pazienza, cioè sulla durata.
Vivere insieme è molto bello, ma non dimenticando che la coppia è composta da due “mondi” diversi, complementari e capaci di continuo rinnovamento. Perché, come dice don Tonino Bello, “Amare, voce del verbo morire, significa decentrarsi. Uscire da sé. Dare senza chiedere. Essere discreti al limite del silenzio. Soffrire per far cadere le squame dell’egoismo. Togliersi di mezzo quando si rischia di compromettere la pace di una casa. Desiderare la felicità dell’altro. Rispettare il suo destino. E scomparire, quando ci si accorge di turbare la sua missione”.

Don Antonio Mazzi