NELLE CITTÀ TORNANO SIRINGHE E GIOVANI DISPERATI. CHE ACCADE?

11/04/2017

Mi sembra abbastanza assurdo che, a pochi giorni dall’arrivo del Papa a Milano, un prete ha chiuso l’oratorio perché i ragazzi dicono le parolacce, sporcano i muri e non si comportano come i “seminaristi”. Parroco, inoltre, incavolato perché i volontari non lo aiutano e lo lasciano solo.
Papa Francesco non passa giorno che non parli di uscire dalle nostre tane di preti per andare sulle strade e per cercare chi si è perduto e qui il pastore non solo non va per le strade, ma butta fuori dall’oratorio i pochi che passano qualche ora in un ambiente sano (almeno si spera) anche se non sono “gigli del campo”.
Dobbiamo tornare, lo dico da prete quasi disperato, perché la scorsa settimana ho rivisto nel Parco della Stazione di Rogoredo le stesse scene che avevo vissuto nel 1980 nel Parco Lambro e per le quali ho rischiato la vita e ho fondato Exodus, con quaranta e più centri in Italia e nel mondo.
Siringhe nelle pozzanghere, piantate negli alberi, ragazzi, anche giovanissimi, che si facevano. Come è mai possibile? I telegiornali parlano della Milano mondiale e quasi americana con grattacieli, Expo, Fiera del Mobile più grande d’Europa, e poi ci troviamo qui con i nostri figli che di nuovo rischiano la morte con le siringhe nel braccio. Cosa sta succedendo? Dove sono le famiglie, la scuola, i preti e i servizi pubblici?

Don Antonio Mazzi