UNA LETTERA FIRMATA DA 61 RELIGIOSI E 7 LAICI ACCUSA IL PAPA DI 7 ERESIE

03/10/2017

Riuscire a dare dell’eretico a Papa Francesco perché ha fatto della misericordia e del perdono non solo il suo progetto di vita ma lo scopo primario della Chiesa cattolica, credo sia penoso e premonitore di forti tensioni generate da chi ha sempre pensato che il sabato valga più dell’uomo e che le leggi valgono più della carità.
Una Chiesa che non è capace di vivere sulla strada, che non sa chiamare fratello sia chi è giusto e sia chi è peccatore non è certamente la casa che aspetta il figliol prodigo e tanto meno l’ovile capace di accogliere la pecorella sperduta.
Chi accusa il Papa di eresie scrive che il suo unico intento è “la fedeltà alla Chiesa e l’amore a Papa Francesco”. Leggendo queste parole mi si rovescia lo stomaco e mi torna in mente una “potente” frase di David Maria Turoldo. Parlando di diversità tra religione e fede, lui scrisse: “È religione quando fai Dio a tua misura. È fede quando fai te stesso a misura di Dio”.
È vero che i laici e i non laici hanno diritto di esporre le loro critiche. Ma è vero anche che dare dell’eretico a un Papa di questo spessore è qualcosa di molto diverso e molto più malizioso di una critica decente.
Per fortuna Papa Francesco non ha bisogno di tutele. E, per noi, l’ovile rimarrà aperto, anzi spalancato, perché la chiesa è la casa del padre e non la casa di Caifa.

Don Antonio Mazzi