AIUTATEMI A SALVARE I NOSTRI FIGLI DAL VUOTO

19/01/2018

È un ritornello nauseante, ha sporcato le feste e affossa le speranze. Tre ragazze e un ragazzo quindicenni hanno preso a botte una madre che, per proteggere dalle parolacce il suo bambino, li ha rimproverati.
L'ennesimo episodio, certo non il peggiore. Comunque deprime. Possibile che nel 2018 non riusciamo a costruire una rete per preparare assessori, volontari, docenti, giovani, oratori, centri giovanili a prevenire le fragilità, la solitudini, gli abbandoni e le violenze gratuite ormai insopportabili?
I nostri figli hanno bisogno di non essere lasciati soli e senza sogni. In questi giorni un ragazzo, che assomiglia ai quattro di cui sopra, mi ha infilato un foglietto sotto la porta: "Ho sperato che mi lasciassero privo di sensi, nell'angolo del capannone, fracassato dalle pedate all'inguine, alla faccia, alla pancia tra la merda e il concime. Invece mi trovo qui. Lo sai perché? Perché, contro la mia volontà, ho trovato un padre… e sei tu. Pensa che oggi stavo preparando la valigia per tornare a fare il bullo e il gradasso per l'ennesima volta. Invece, per la prima volta, qualcosa mi ha fermato. Non so se la mia testa dice il giusto, sento il bisogno di riprendere quello che non ho mai avuto: amore, persone, luoghi, sentimenti. Vorrei tanto che gli altri miei amici, quelli che stanno ancora a bere, pippare e cercare avventure schifose… Ciao".
Giorgio, nome di fantasia, ce l'avevano portato di notte, più morto che vivo. Credo che il Padreterno esista perché quel biglietto, sotto la porta, per me vale una Risurrezione.
Un altro di questi Giorgio, 22 anni, con gli occhi lucidi e le mani tremanti mi ha detto: "Sto scoprendo la vita, sto sentendo il vento tra i capelli. Sentire tutto questo mi fa piangere, don, perché non vai a prenderli? Sono tutti bravi. Devono tornare a sentire il vento tra i capelli anche loro".
Davanti a storie così perché non smettiamo di chiacchierare e, insieme, non diamo a quelli che gridano parolacce un motivo per il quale riprendere in mano la vita? Ho aperto quattro centri giovanili proprio per loro. Aiutatemi a finirli e a pagare i debiti. Vi prego, non perdiamo in questo modo le creature che abbiamo messo al mondo.

Don Antonio Mazzi