IL PARROCO DI CISTERNA HA CHIESTO PREGHIERE PER IL PADRE CHE HA UCCISO LE FIGLIE. È GIUSTO?

21/03/2018

È difficile per me parlare quando succedono fatti così spaventosi e misteriosi insieme come quello accaduto a Cisterna di Latina dove un uomo ha sparato alla moglie, ferendola gravemente, per poi uccidere le loro due figlie e se stesso. E se dico che faccio fatica a parlare, ancor di più lo dico come prete "di un certo tipo".
Nel corso del funerale il parroco, dopo avere ricordato a lungo Alessia e Martina, ha voluto nella sua preghiera ricordare anche il padre perché "la famiglia ha perdonato".
Avete, credo, capito che, in questo caso, avrei taciuto. Troppe cose e troppi perché di mezzo invitavano a non fare una dichiarazione così affrettata e così pubblica. Mi arrabbio sempre quando, dopo simili fatti, i giornalisti, alle persone distrutte dal dolore e dalla rabbia, domandavo, con la grazia di chi ti domanda se vuoi un caffè, "Lei ha perdonato?", oppure "Se la sente di perdonare?".
Noi preti spesso dimentichiamo che il dolore va rispettato, soprattutto quando è così assurdo e devastante. Il perdono non è una parola, ma una rivoluzione che trova le sue radici al di là di ogni logica. Già per noi pastori è un passo difficile e personale. Tanto più lo è per il gregge e la gente tra la quale viviamo.
Queste vicende le ho vissute sulla mia pelle e so quanta prudenza e delicatezza esige, in certi momenti, il nostro lavoro. Il perdono fa coppia con eroismo. E non sempre è giusto richiederlo, quasi fosse per tutti. Dobbiamo viverlo e poi, nei modi e nei luoghi giusti, sussurrarlo.

Don Antonio Mazzi