SERVE PIÙ EDUCAZIONE AL BERE IN FAMIGLIA

20/07/2018

Il fenomeno dell'alcol ha una storia semplice e complicata, familiare, sociale e religiosa. Il vino è nato con l'uomo e sarebbe sufficiente leggere la Bibbia o l'episodio delle nozze di Cana del Vangelo per obbligarci a riflettere e a ragionare con intelligenza e pazienza sul ruolo del vino. Non c'è abitazione, anche la più povera, che non ne abbia nella vetrina o nella cantinetta. Il vino letifica il cuore, rende ancora più unita la famiglia attorno alla tavola.
Perciò fa un po' ridere - o piangere - leggere, un giorno sì e un giorno no, statistiche sui consumi dell'alcol. L'Osservatorio nazionale presso l'Istituto superiore di sanità riempie pagine di numeri, basandosi sempre su fatti avvenuti e su cattive abitudini già radicate.
Il problema dell'alcol invece parte dall'infanzia, dalla buona formazione sull'alimentazione, da ciò che ogni creatura deve mangiare e bere per la sua salute e chiarendo bene che ogni tipo di alimento e bevanda hanno delle finalità specifiche.
Nelle famiglie italiane c'è la totale assenza dell'educazione alimentare, anche perché capricci, dolci, porcherie varie vengono elargite abbondantemente ai bambini piagnucolosi perché "poverini sono bambini" perché ci fanno fare una brutta figura.
Parte dall'esempio dei padri questo difficilissimo fenomeno da sradicare. Sulla tavola a cena, e soprattutto sulla tavola fuori cena, l'acqua è necessaria e forse anche qualche bibita, mai l'alcol. Noi italiani, ad esempio, beviamo poco e male.
È da questi gesti quasi automatici che si compiono in casa, che partono i primi consigli chiari, necessari per l'intera famiglia. Sulla base della nostra esperienza il vino è presente in ogni tipo di dipendenza e, forse, anche più è presente l'alcol.
Nelle ricerche si sottolinea troppo quanto la presenza delle ragazze sia aumentata nel fenomeno del consumo di alcol. Da educatore ho infinite volte detto che notizie date in questo modo fanno solo male e non c'entrano per niente con l'etica e la serietà dei signori dell'informazione.
Se non parliamo di queste cose in casa, senza scomodare luminari e libri con migliaia di statistiche, il fenomeno potrà solo degenerare. Finiamola anche di parlare di minorenni, maggiorenni, coscienza dei gestori.
Questo problema richiede obblighi più semplici, più urgenti e più costanti da gestire in casa, nei tempi e nei modi giusti. Aggiungo che le compagnie, anche in questo caso, influiscono molto, troppo.


Don Antonio Mazzi