DOBBIAMO EDUCARLI A SCUOLA E IN FAMIGLIA

11/01/2019

Purtroppo con l’anno nuovo, oltre a portare con sé il doloroso e penoso “divieto” ai disperati del Mediterraneo, ha visto riesplodere negli stadi, dopo l’illusione di una tregua, la violenza delle curve, tanto sportive quanto barbariche.
Mi riferisco ai fatti nati attorno alla partita Inter- Napoli. Riempiamo pagine di giornali e interi programmi televisivi, quasi noi tutti, veniamo da un altro mondo. Descriviamo, ma forse faremmo meglio a “descriverci”.
Da interista e da amante del calcio, alcuni anni fa avevo invitato in Cascina un gruppo di tifosi. È stata una serata positiva, partecipata. I leader avevano saputo coordinare e ottenere promesse non fasulle ma reali, tanto che attorno a San Siro, ripeto, ci siamo goduti per anni pomeriggi e serate solo e tanto sportive.
Invece tutto d’un tratto, nel periodo più bello dell’anno, quasi ci fossimo pentiti della pace goduta, tutto è riesploso in poche ore, ma qualcosa di macabro, legato non solo al microclima dello stadio, ma a una di quelle guerriglie militar-studentesche che mi hanno riportato ai tempi del terrorismo. Un agguato preparato minuziosamente e capace di scatenare situazioni che potevano andare ben oltre le sceneggiate dentro e fuori gli stadi.
Senza voler sovrapporre commento a commento, purtroppo credo che lo stile tenuto da alcuni personaggi del nostro Governo, non aiuti a fare pace tra diversi e a sostituire, alle incivili reazioni gesti accoglienti.
L’invocazione generale, affinché entri già nelle classi delle elementari l’educazione civica da parte di cittadini e genitori, è destinata a restare vana se poi dal Governo arrivano gesti che smentiscono e che perseguono altre strade e altre strategie.
I nostri ragazzi hanno bisogno di esempi e, ancor più, hanno bisogno di vivere nelle famiglie, nelle scuole e nelle associazioni sportive, metodi e insegnamenti che sappiano prevenire non solo le baruffe sportive, ma che sappiano trasformare l’intera convivenza in una convinta applicazione dei diritti e dei doveri eguali per tutti.



di Don Antonio Mazzi