YACOUBOU CI DA’ UNA LEZIONE: IMPARIAMOLA

09/03/2019

Ha fatto parlare l’episodio accaduto al Rione Sanità di Napoli. Alcuni scugnizzi si sono divertiti ad ingannare Yacoubou Ibrahim, facendolo girare con uno stratagemma per poi sparargli in faccia uno spray urticante.
Ibrahim è in Italia dal 1991 e lavora come mediatore culturale e linguistico. Stava tornando dal lavoro. Appena aggredito ha tentato di rincorrere i suoi aggressori, ma lo stordimento gli ha fatto perdere coscienza ed equilibrio.
Ibrahim ha sporto denuncia, sottolineando ancora una volta la mancanza di sicurezze minime in varie zone della città di Napoli. Qualche giorno dopo le forze dell’ordine hanno trovato i due bulletti di undici e tredici anni.
Ibrahim, con la sua esperienza e saggezza, anziché inveire, come avviene di solito, ha chiesto di incontrarli per ragionare insieme con loro e per interpretare i motivi che li aveva spinti a fare un gesto così violento e stupido.
Si sono seduti attorno ad un tavolo educatori, preti, volontari, genitori e varie figure istituzionali. È partito un dibattito molto partecipato e preoccupato perché gli episodi sono sempre più numerosi anche tra ragazzini giovanissimi. Alla fine i due hanno abbracciato il mediatore e si sono scusati.
Purtroppo se ci fosse in giro un po’ di affetto in più, modelli positivi pronti a parlare, a discutere, a creare spazi di aggregazione e occasioni interessanti per i nostri figli, prima di emarginarli e di includerli d’ufficio nella miriade di baby gang, forse anziché fare le gare a chi le combina più stupide o, peggio ancora, più violente, potrebbero mettersi insieme e giocare, per aiutare i più deboli e sfortunati a fare i compiti o a recuperare un minimo di autonomia e di autofiducia, magari supportati dai genitori, troppo spesso assenti di corpo e di testa.
Fatti belli di questo tipo sono più frequenti di quanto crediamo. Se anche la stampa e i mezzi di informazione segnalassero in maniera più stimolante e con più impegno, questi episodi semplici ma ricchi di umanità e di simpatia, potrebbero far cambiare l’aria che tira in certi quartieri, in certe città, nella testa di molti di noi e in molte scuole.
Invece pare che siamo più portati a descrivere atti di cattiveria e di inciviltà, magari nei particolari più maliziosi e negativi, sicuri di poter contare su qualche copia venduta in più o su qualche punto di più di share. Perché, si sa, gli abusi malsani fanno maggiore audience!


Don Antonio Mazzi