XXIII GIORNATA MONDIALE DEL MALATO

Il dolore chiede amicizia, affetto, intimità, vicinanza

11/02/2016

Qualche giorno fa ho ricevuto una e-mail. “Caro don Antonio, sono appena uscita da una visita specialistica. Ho quarantaquattro anni, un figlio di quattordici e un marito con gravi difficoltà economiche.
Il professore mi ha detto che ho un cancro ormai diffuso per tutto il corpo. Cosa stia succedendo non lo so. Da tempo mi sentivo fiacca, tanto fiacca. Sai come sono i medici. Mi ha sparato la sentenza, e mi ha regalato pochi mesi di vita. Cosa dirò a mio figlio? Come lo dirò a mio marito?
Ma, soprattutto, sarò capace di dirlo a me stessa? Senza disperarmi? Don Antonio, non voglio niente da te. Mandami solo un abbraccio lunghissimo, guardami con i tuoi occhi tenerissimi”.
Io mi sono fatto un’idea molto umana di Dio. Credo che davanti a certi fatti anche Lui rimanga muto. Ha pianto davanti a Lazzaro ma poi lo ha risuscitato. Invece davanti a coloro che pare non riuscire a resuscitare, credo si inaridiscano anche a Lui gli occhi.
Il dolore chiede amicizia, affetto, intimità, vicinanza perché solo con queste qualità si può sopravvivere a tragedie che non hanno spiegazioni. A mia piace un Dio così, che sia meno onnipotente e più paterno. E a voi?

Don Antonio Mazzi

“La fanciulla malata” di Edvard Munch – Galleria Nazionale – Oslo