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								Pensate che anch’io voglia fare della politica? No, anzi,  continuo a fare quello che maledice gli interessi e le porcherie che si  nascondono dietro o dentro ad una parola mobile, oggi derubata a noi ingenui  votanti: politica.
								Qualche vecchio padre fondatore della vera democrazia, ai  tempi, ha detto che la politica deve avere le qualità e le motivazioni del  servizio, della gratuità, dell’umiltà, dell’onestà e della coerenza. Se quei  vecchi tornassero e venissero a sapere che i nuovi, i rivoluzionari, i grilli,  le volpi, le aquile vogliono votare a ottobre per maturare la pensione, non so  cosa farebbero, o direbbero.
							  	Permettete che davanti a queste banalità, vada fuori di  testa. Mi vergogni io per loro. Ho operatori che da anni lavorano giorno e notte  per poco più di mille euro, che ascoltano casi di figli, di donne, di  professionisti, di prostitute, di industriali, di poveracci, e sanno che, per  ora, non riusciranno ad avere la tredicesima.
							  	Per carità, andrò io a chiedere la carità, e i soldi della tredicesima  li troverò, ma permettete che mi faccia schifo sentire e vedere ventiquattro  ore al giorno, facce di “innovatori della politica” urlare, prendersi in giro, invocare  la caduta dal cielo dei fulmini e dei temporali, e poi, da bauscia, cadere come  cretini su una buccia di banana?
							  	Se questa è la nuova politica, se questi sono i frutti dei no  e dei sì, ha ragione Renzi ad andare in America, o i nostri figli a cercare  stati europei e extraeuropei, perché il domani sarà certamente peggiore di  ieri.
							  	E se non lo sarà, sarà perché gli italiani riescono a  sbagliare e anche a correggere gli errori, perché sanno che tocca sempre loro  pagare. Mentre quelli che gridano e sbofonchiano, invece, sanno che loro non  pagheranno mai. Anzi, più sbagliano e meno pagheranno. Vogliamo dircele certe  cose, soprattutto noi ai quali è chiesto di trasformare il loro schifo in  zucchero filato?
  
                                    
                                    Don Antonio Mazzi