POLIZIOTTI E RAGAZZI TRA VENTO, ONDE ED EMOZIONI…

07/11/2017

Quando fai il poliziotto lavori per la strada e incontri spesso dolore e sofferenza. È possibile allora cadere nell'errore, nel comodo pregiudizio di pensare che il mondo sia diviso in due categorie di persone: quelle che soffrono, sbagliano, vivono spesso nell'illegalità, ai margini della società e in fondo "se la sono voluta", e chi invece fa le scelte giuste, si comporta bene e quindi merita più fortuna degli altri.
Se provi ad andare avanti, a non fermarti al pregiudizio, ad andare oltre i comportamenti e le scelte sbagliate delle persone, spesso incontri storie incredibili di sofferenza, abbandono, rabbia, solitudine, sconforto.
Domenico ed io, (e tutti coloro che contribuiscono a questo progetto, in particolare Maurizio Maritati che ringraziamo), apparteniamo per nostra fortuna a questa categoria di persone; non ci fermiamo di fronte alle apparenze ma, nel nostro lungo percorso professionale, ci siamo domandati come potevamo ridurre un po' di questa sofferenza ed aiutare chi è meno fortunato di noi.
Un giorno di qualche anno fa ci siamo conosciuti ed è nato il progetto "Doppia Vela Solidale", sul lago di Garda (VR), grazie soprattutto al prezioso contributo di un grande uomo della Polizia di Stato, il dr. Giampaolo Trevisi - Dirigente della Scuola di Polizia di Peschiera del Garda - che ringraziamo.
Ma perché la scelta della vela? E' davvero possibile che uno sport così possa aiutare dei ragazzi a superare le loro difficoltà? La barca a vela non è solo uno sport, ma anche un luogo di convivenza molto ristretto in cui un equipaggio di 6/7 persone condivide spazi, discorsi, emozioni.
Ciascuno a bordo svolge un proprio ruolo preciso: timoniere, prodiere, randista e ognuno deve svolgere al meglio il compito che gli viene affidato per non compromettere tutto il lavoro degli altri.
Con l'accumularsi delle esperienze l'equipaggio condivide un percorso, una storia propria e diventa così un gruppo. I ragazzi fanno l'esperienza di potersi fidare di altri, accomunati da paure, idee, punti di vista sul futuro, sulla comunità, sul senso delle loro esperienze, dei loro obiettivi.
Recentemente abbiamo partecipato alla "100 people", una regata molto competitiva che si svolge sul nostro lago di Garda; due ragazzi e un ragazzo della Casa di Beniamino di Cavriana (MN) hanno provato l'emozione di quando si prepara un evento importante come una gara.
Abbiamo trascorso una notte in barca e respirato insieme l'odore dell'adrenalina nostra e di tutti i partecipanti; quasi un centinaio di equipaggi concentrati in un piccolo porticciolo, in uno spazio ristretto, professionisti e non, colori, tecnologia, slogan, sponsor, tv, giornali: un contorno da "sballo!!"
Sorridono i nostri ragazzi. Scoprono che ci sono cose che emozionano, che la vita ha molti lati belli, che le persone sono anche buone, che ti puoi fidare!
È difficile tradurre in parole piccoli segnali e momenti che per noi significano tantissimo nel momento in cui li viviamo. Ricordo una giornata in cui abbiamo incontrato un vento molto forte e al timone c'era una ragazza, tra i nostri migliori timonieri. Alla sera ci ha abbracciato e confidato che quello era, dopo anni, il suo primo giorno senza metadone ma che per tutta la giornata non lo aveva mai pensato perché presa dell'emozione di riuscire a condurre la barca tra forte vento e onde.

Davide Baraldi e Domenico Caruso