L’ULTIMO RITROVATO

16/04/2020


Si dice così quando si fa riferimento ad una nuova scoperta, o a un nuovo farmaco, o a qualsiasi altra cosa che arrivi a risolvere una necessità.
Ma facciamo un passo indietro, a quel giorno in cui ci siamo salutati urlanti all’uscita da scuola senza sapere che non saremmo più rientrati, lasciando la nostra aula “fuoriserie” disordinata come sempre: fogli sparpagliati, disegni, pennarelli senza tappo, impronte di colore anche sul soffitto, la mappa sull’Illuminismo firmata “Pietrino il boss” e lo scheletro di carta con scritto: “ullna, craino e vran braccio”.

Il “boss” in realtà è minuto, con le scarpe sproporzionate rispetto alla sua magrezza; ha sempre alternato momenti di totale disinteresse per la scuola violando tutte le regole possibili a momenti in cui si è appassionato, anche troppo, come quando preso dall’entusiasmo raccontò -durante un’interrogazione e senza stare fermo un solo istante - che in America, durante il periodo della tratta degli schiavi, gli uomini venivano venduti al “mercato dell’usato”.

Oggi la didattica si è reinventata con le lezioni a distanza e i ragazzi si sono organizzati con computer, cuffie e microfoni spaziali, linee internet illimitate e perfino interrogazioni voti e verifiche. Ma non per tutti.
Sin dal primo momento abbiamo capito che non era solo un problema di didattica, perché i “nostri fuoriserie”, quelli che a scuola un po’ studiano, solo un po’, ma per il resto parlano, si arrabbiano, giocano, si innamorano, ci mostrano i pugni quando insistiamo sugli impegni, ci chiedono una merenda in più perché hanno sempre fame, questi non solo non avevano i mezzi di accesso, ma non si trovavano nemmeno più.

I ragazzi andavano cercati, raggiunti, “scovati” là dove si erano nascosti, ma i numeri di telefono inesistenti e i contatti oscurati dalla privacy hanno reso lunga e complessa questa ricerca.
Poi uno ad uno li abbiamo ritrovati su Instagram, con molta pazienza, e proprio a partire da questa formula: uno ad uno. Però mancava quel “Pietrino il boss”, quello della mappa firmata e del mercatino dell’usato.

Rimaneva un’ultima possibilità, quel gioco tanto contestato e guardato con lecito sospetto: “Fortnite”.

“L’ultimo ritrovato”, l’idea paradossale che andava contro ogni presupposto educativo e forse anche contro quell’etica della relazione su cui abbiamo costruito tutti i nostri progetti.

Però alla fine l’abbiamo ritrovato, l’ultimo, il boss, che ieri ha iniziato a comunicare e ha scritto “Visto mi sono svegliato presto. Ma ame nn me fa scaricare più le app anche i giochi nn so perché infatti devo anda quelli che quadrano i telefoni ma nn posso andacce che ce il corona viruss e adesso che facciamo”

Sì è lui, inconfondibile. Adesso ci siamo tutti.

Barbara Invernizzi, Educatrice Responsabile Polo Exodus Assisi – Progetto Donmilani2: Ragazzi Fuoriserie