LA RESPONSABILITÀ DI ACCOGLIERE DELL’EDUCATORE E LA CONSAPEVOLEZZA DEGLI ADOLESCENTI

22/08/2023


La morte prematura, la morte drammatica e tragica, come lo è stata quella di Chris, è un qualcosa di così innaturale e profondamente ingiusto che io stessa fatico a trovare le risorse per affrontare il dolore che reca.

Lavorare con gli adolescenti ti porta a guardare sempre verso il futuro, a costruire con loro e per loro la strada migliore per andare avanti, sperando di contribuire a rendere fertile il terreno per il loro domani. Ci vengono affidate fragili vite e abbiamo il compito di prendercene cura, di accompagnarli e sostenerli, di accoglierli e proteggerli. Poi, un terribile giorno, una di quelle vite finisce nel più brutale dei modi, indifesa, sola, senza avere il modo di proteggerla, senza avere avuto modo di impedire che accadesse. Il pensiero corre subito a tutto il gruppo, perchè Chris era parte di una rete relazionale importante, era parte di un gruppo di adolescenti coetanei che con lui stava e sta imparando a crescere.

Ho sentito la responsabilità di accogliere il loro dolore, di accompagnarli nella consapevolezza dell’accaduto dovendo dare le giuste risposte senza essere sopraffatta dal mio sovraccarico emotivo. Non nego che mi sono chiesta se ne fossi in grado. Io che ancora non sapevo dare a me adulta una risposta a questo evento così tragico.

Ancora una volta i ragazzi mi hanno sorpresa e dato conferma di quanto il gruppo sia una forza che si autoalimenta. Ci siamo incontrati nel bisogno reciproco di condividere il nostro dolore e in quello spazio, insieme, gli abbiamo dato una forma, ne abbiamo parlato con parole e silenzi.

I ragazzi hanno costruito il clima di quel momento, grazie all’energia della loro età e di chi ancora nonostante tutto guarda al futuro. Ho sentito di non essere stata solo io ad occuparmi di loro, anzi ho trovato io per prima, in quello spazio tutto nostro, la cura di cui avevo bisogno. Il confronto è stata una liberazione dal macigno che stavo portando da giorni. I ragazzi avevano la necessità di avere risposte su cose concrete che riguardano la morte di una persona, dalla durata del dolore, alla possibilità, per gli affetti più vicini, di andare avanti e proseguire con le loro vite.

Abbiamo ricordato Chris, la sua esuberanza e invadenza, la sua importanza nelle nostre vite, ognuno l’ha fatto con i suoi strumenti, ognuno di noi ha ricevuto supporto o l’ha donato all’altro, riconfermando l'importanza e la forza del gruppo.

Ma la rielaborazione del lutto, lo sappiamo, è un duro e lungo processo, forse non finisce mai. Il gruppo aiuta ma poi ognuno individualmente dovrà fare i conti con quella perdita, che tocca aspetti della propria vita privata e che da questi eventi inaspettati e dolorosi vengono sollecitati e tornano a farsi sentire: il lutto, l'abbandono, il senso di vuoto...ognuno privatamente dovrà rielaborarli e ricostruire la propria narrazione di vita, tenendo conto anche di questi eventi traumatici e non prescindendo da questi.

Noi educatori e il gruppo ci sarà sempre per sostenere il percorso di ciascuno anche con la sola presenza.

Marcella, Educatrice