05/12/2017

"Ogni strada ha la sua salita", Davide Cassani, c.t. del ciclismo azzurro, è stato accolto con questa frase incisa su una scultura realizzata da Massimo, un alcolista ipovedente nella "Casa di Enzino". Garda di Sonico, Valcamonica: buio, montagna dura, posto isolato. Questo ex convento è da qualche anno la base della cooperativa InExodus che si occupa del recupero dalle dipendenze.
Qui ci sono 24 ospiti che si dedicano all'allevamento della capra bionda dell'Adamello, e a vari lavori edili. L'anima del posto è Fortunato Pogna che 22 anni fa ha incontrato don Mazzi e ha iniziato, tra enormi difficoltà, un nuovo cammino.
L'idea della serata è stata di Mattia Gavazzi – 34enne ex velocista – che a causa della cocaina ha lasciato il ciclismo e che qui ha vissuto sette mesi. "Qui sono stato bene e Fortunato con i suoi ragazzi mi ha aiutato molto – ha spiegato Gavazzi. - Mi sembra giusto fare almeno una piccola cosa per loro".
Tra un pezzo di spiedo e l'altro ci sono le testimonianze di Andrea e Marisa. Parole semplici che ti scuotono e ti entrano nel profondo. Fanno riflettere. Cassani è serio: "Queste sono serate che ti fanno pensare, ti fanno capire quanta gente soffre davvero e sta male. Sono tanti quelli che, per dipendenze o violenze, per colpa loro o di altri, si trovano in un vicolo buio. Sono storie che ti fanno piangere. Questo posto, una serata così, ti impone delle riflessioni. E poi qui ci sono persone straordinarie che si dedicano completamente al prossimo. Non so se la mia presenza vi abbia portato un sorriso o una speranza ma di certo è un incontro che a me fa tanto bene. Io mi auguro che serate così vi aiutino a non smettere di lottare".
Tra una battuta e una dichiarazione di guerra alla droga e contro la liberalizzazione di quelle leggere, Fortunato dice: "Io non ho grandi meriti, ho solo avuto la fortuna di incontrare gente più brava di me". Cocaina, eroina: certo. Ma anche una piaga molto più diffusa e per molti innocua: l'alcol.
Che, anche tra molti ciclisti, incredibilmente va di moda. "Abbiamo in comunità un tredicenne alcolizzato", dice con rabbia Fortunato. Questo posto dove si può incontrare Dio è lungo una strada nel bosco in salita. Una salita che per troppi non finisce mai.



Claudio Ghisalberti – Gazzetta dello Sport