DALL’IO AL NOI PER SENTIRCI LIBERI

19/02/2024


Tra le riflessioni che leggevo in questi giorni anche a causa del Festival di Sanremo e non solo, ce n’è una che dovrebbe interessarci.
La riporto così: è ora di spostare l’attenzione dall’uomo minuscolo all’uomo maiuscolo, comunitario.
L’egotismo che vediamo da qualche tempo non dà segnali di umanesimo qualificato. Fino a quando il singolo non solo vince ma ha attorno molti coefficienti perché vinca (musica compresa), non credo che faremo passaggi rilevanti. E per unirci quali possono essere le tappe più significative?

Noi operatori del sociale ci accontentiamo di essere solo un po’ meno sui confini per fare sulla solidarietà qualche timida scelta, oppure stiamo capendo che finalmente è ora di finirla di tergiversare?
Possiamo relazionarci, e accoglierci, sentendoci interi solo nel momento nel quale passiamo dall’IO minuscolo al NOI maiuscolo, per cantare non solo Sanremo ma la Nona di Beethoven o il Gregoriano della Settimana Santa?
E’ dopo Sanremo che il mondo non sarà più come prima o sarà dopo che noi del sociale avremo il coraggio di trasformare i mattini in mattutini, ben sapendo che il verbo trasformare esige una cultura maiuscola, capace di fare dell’uomo non un protagonista utile, ma un protagonista di un neoumanesimo?

Don Antonio Mazzi – su Famiglia Cristiana – 07/2024