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  Bello,  così bello da farti balenare l’idea che anche Facebook potrebbe trasformarsi da  luogo e mezzo di volgarità inammissibili, a volano di solidarietà, di bontà e  di gioia. Pongo il quesito, incapace di dare mezze risposte. O meglio,  preferendo la scelta negativa.
  Ollie,  quindicenne senza amici all’appello di aiuto su Facebook che si è inventato,  con l’aiuto della mamma Karen, inviandosi due lettere di auguri, in poco meno  di un giorno ha ricevuto più di 10.000 “mi piace”, una valanga di condivisioni e  oltre 20 mila lettere di auguri spedite a casa sua da tutto il mondo.
  A questo  punto, nella mia testa, ballano domande che rovinano tutto. Questo  benedetto-maledetto Facebook, come potrebbe trasformarsi in qualcosa di più  serio, costante, disinteressato, autentico?
  Dietro  ai milioni di messaggi, chi ci guadagna? Quale mondo si nasconde? I ragazzi e  le persone che hanno mandato ad Ollie “Mi raccomando, apri tutti gli auguri”,  qualche minuto dopo come hanno usato lo stesso mezzo?
  Perché  queste invenzioni stupende, in pochi secondi, sanno trasformare i messaggi più  simpatici in trappole indecenti e schifose? Questi strumenti maledetti in mano  alla gente diventano buoni o cattivi, ma all’origine dove sono stati elaborati  e inventati, il bene e il male sono stati scavalcati.
  Senza  che ce ne accorgiamo ci distruggiamo gradualmente come uomini coscienti,  onesti, leali, coerenti, per divenire strumenti e giochi in mano a giocolieri  farabutti e carnefici. Abbiamo trasformato in galere le camerette dei nostri  figli e in armi malefiche le scoperte tecnologiche più simpatiche degli ultimi  tempi.
  Non  voglio finire così. è straordinario che si faccia festa attorno a Ollie, che si  trova nella condizione di molti altri ragazzi che soffrono di una grave forma  di autismo (1 su 100 nel Regno Unito) e a sua mamma Karen. Non solo perché per  un giorno ha catturato il cuore del mondo, ma perché ha battuto addirittura il  portalettere di sua Maestà la Regina.
                                    
                                    Don Antonio Mazzi