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									Perfino  chi, come me, di storia e di politica se ne intende poco, tornando indietro nel  tempo, giù fino ai periodi più drammatici delle dittature, delle guerre e delle  stragi, la bianca figura dei Papi, da Leone XIII a Giovanni XXIII, da Giovanni  Paolo II a Paolo VI e a Pio XII, fino a Francesco, non si è mai persa la  fiducia. è un bilancio straordinario!
									Questa  constatazione trova conferma anche nei successi di tutti i film, delle fiction,  dei libri scritti sui Papi di ogni tempo, specie quelli più vicini a noi. Non voglio  andare tanto lontano, ma proprio mentre il Censis sintetizza la questione e la  crisi italiana con la rottura della cerniera che dovrebbe collegare l’élite e  il popolo, tra chi conta, dirige, comanda, governa e la gente, c’è un Papa che  mai ha rotto le cerniere. Anzi, alla sua porta batte il barone, il  terzomondiale, il povero, il carcerato, e quasi tutti i governanti della terra.  Cosa c’è di così miracoloso e misterioso in queste figure vestite di bianco?
									Davanti  alla loro porta americani, cubani, argentini, africani, atei, credenti, ebrei,  ortodossi, protestanti, sempre hanno desiderato di arrivare. Chi poi conosce la  storia, sa la capacità di relazioni, la potenza della loro parola, privata e  pubblica. Gli Angelus lanciati da piazza San Pietro in pochi minuti sono capaci  di affrontare i temi più spirituali, delicati e politici del momento davanti  alla piazza più larga del mondo. La voce del Santo Padre sa arrivare ben oltre  e ben più in alto.
									E in  quella piazza l’albero, il presepio, i disoccupati, i martiri, i santi, i  bambini, i pastori e i cardinali si mescolano tra gli striscioni, gli spintoni  e la preghiera recitata anche da chi nemmeno sa cosa voglia dire.
									Dove  sta la potenza di questa benedizione? Qualcuno un giorno, proprio in via della  Conciliazione, mi ha chiesto: “Perché non viene fuori, alla finestra, ogni  giorno il Papa?”. Non ho saputo rispondere. Comunque finestra chiusa o aperta,  nessuno mai potrà capire da quante minacce ci ha preservato quella finestra,  quell’Angelus e quegli uomini vestiti di bianco.
									Speriamo  che se ne accorga anche il Censis, nei suoi 50 anni, abbinando magari i pochi  anni di un grande istituto all’eternità di un uomo bianco, sempre bianco, e  sempre capace di spargere fiducia, serenità e amicizia in tutto il mondo, in  barba a tutte le ricerche!
                                    
                                    Don Antonio Mazzi