 
                        
                                 È difficile non commuoversi pensando a mamma Annunciata che, a settant’anni, dopo  aver consumato la sua vita facendo l’insegnante, sceglie di tornare nelle  stesse aule del veronese per trasformare il dolore profondo, per l’uccisione di  suo figlio, in incontri sereni, preparati nel silenzio e nella riflessione, con  i ragazzi, ieri allievi e oggi figli adottivi.
  È  stata una sigaretta, solo una sigaretta negata a cinque naziskin, vuoti di  testa e di cuore, ma carichi di violenze animalesche, a fracassare Nicola,  ventinovenne figlio di mamma Annunciata, morto solo dopo cinque giorni, proprio  a causa del pestaggio barbarico.
  Era  una notte dell’aprile del 2008. Nicola, con alcuni suoi amici stava  chiacchierando, nel centro della città di Verona, e si è rifiutato di dare una  sigaretta, richiesta dai cinque. Pochi minuti dopo Nicola arrivò all’ospedale  in coma e, come ho detto, morì dopo cinque giorni di agonia.
  Mamma  Annunciata, chiusasi per un lungo periodo nel silenzio e nel dolore macerante,  ha deciso di rompere il silenzio per tornare nelle aule di allora e trasmettere  un concetto importante, vitale, trascurato da troppo genitori: “La violenza e  la prevaricazione portano certamente solo e sempre dolore, vigliaccheria,  strafottenza e ignoranza selvaggia. L’unica via per pensare e sperare in un  mondo migliore è il rispetto gli uni degli altri”.
  Ho  conosciuto altre mamme, poche, avere tale coraggio. Ogni volta, mi trabocca  dentro un senso di infinita stima e la convinzione che solo le madri siano  capaci di trasformare “i momenti bui” in messaggi potenti e carichi di speranza  e autenticità.
  Voglio  riportare una frase che mi colpisce, quasi fosse sempre la prima volta che la  sento: “Nicola è con me ogni volta che ho davanti i ragazzini delle scuole. È  lui che parla al posto mio contro ogni forma di violenza anche la più piccola”.
  Sono  veronese e perciò descrivo con particolare emozione questa testimonianza.  Permettete però che mi domandi, tornando spesso in questa città, come possano  accadere fatti così assurdi tra le mura di una delle più belle città di Italia.
  Ma  la bellezza non può dare una mano a mamma Annunciata e trasformare, dentro  certi giovanotti idioti, la violenza in rispetto?
  Non  sarebbe ora che, a livello regionale e nazionale, nascessero campagne ben  preparate e obbligatorie, dentro tutte le scuole d’Italia, centrate sui temi  sempre più preoccupanti e sempre meno affrontati, prevenuti e dibattuti? Siamo  in tanti pronti, preparati e desiderosi che ciò avvenga presto.
  
                                    
                                    Don Antonio Mazzi