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										Trattasi del lavoro e delle formulette, più o meno  inglesi, che vanno girovagando tra i banchi degli onorevoli. Il Papa, saltando a piè pari  chiacchiere e diatribe, parte da lontano,  o meglio, “dal profondo”.
										“A volte si pensa che  un lavoratore lavori bene solo perché è pagato (e in regola): questa è una  grave disistima dei lavoratori e del lavoro perché nega la dignità del lavoro.  Le persone lavorano bene innanzitutto per la dignità e l’onore”. E continua  battendo forte sul binomio lavoro-dignità.
										“Attorno al lavoro si  edifica l’intero patto sociale: quando non si lavora, si lavora male, si lavora  poco o si lavora troppo(!), è la democrazia ad entrare in crisi”.
										E arriva ad un certo punto, dicendo verità come solo lui  sa dire, con tutto il suo cuore: “Il mondo del lavoro è una priorità umana e  pertanto è anche una priorità cristiana e, perciò, è anche una priorità del  Papa”.
										
										Stupendo. Così  ci ha sistemati tutti: bianchi, rossi, verdi e neri!                                   
                                    
                                    Don Antonio Mazzi