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										Mentre  l’eleganza di Paolo Limiti mi rendeva quasi timido e quando mi intervistava era  tra i pochi ai quali davo del Lei (pensate che do del tu al Papa) la follia di Fantozzi mi mandava fuori di  testa. Se mi avesse chiesto di fare qualcosa con lui come ad esempio Io speriamo che me la cavo, sarei andato  di corsa.
										In quel periodo poi, parlo degli anni  1990/1995 essendo lui un po’ bulimico (falso o farsesco) mi raccontava delle sue abbuffate notturne. Faceva venire l’acquolina in bocca a chiunque, tanto era bravo a  descrivere ogni minima mossa, con la sua mimica unica al mondo. Passavamo ore  nel camerino e già lì cominciava Domenica  In.
										Ma quello che mi faceva più ridere  erano le domande: “Ma i tuoi, non ti fregano niente? Di notte non ti svuotano  la cucina?”.  Ogni volta, ogni santa  domenica, dopo avermi raccontato le sue mangiate di spaghetti freddi e rubati  dal frigo, ritornava sulla domanda: “Ma i tuoi…?”. E io: “Paolo, benedetto, ma i miei di notte, magari cercassero gli spaghetti!  Scappano dalla comunità per ben altre cose…”. E lui: “Mi sono dimenticato,  hai ragione”, e poi entrava sul palco con Mara Venier. 
										Ritornava, e riprendeva. Andavo sul  palco io, tornavo e lui riprendeva: “Ma i tuoi cosa mangiano?”.  “E dai! Te l’ho appena detto…”. Finita la  prima sequenza di sceneggiate cominciava con le smorfie. Ricordate? Tornavo a  Milano, sorridente, come avessi fatto una settimana di centro benessere.
										Paolo, ascolta! Lassù continua con le  smorfie. Le devi fare. Fa ridere un po’  il Padreterno e magari ricordagli di guardare un po’ più spesso in giù, perchè i Fantozzi, quelli veramente sfigati, sono rimasti qui. Inutile, poi,  che ti dica che la Madonna non è Mara Venier. Abbi un po’ di educazione e le  scenette falle con discrezione. E ricordami! Perché anch’io “speriamo che me la  cavo oltre gli anni Ottanta”…
           
                                    
                                    Don Antonio Mazzi