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										Luca aveva depositato  la tesi il 3 luglio, cinque giorni prima della sua tragica scomparsa, a dieci  minuti dalla scadenza dei termini. A Torino, nell’aula magna dell’Università,  al posto di Luca, è comparsa la mamma Cristina. 
										E la presidente della  commissione Daniela Fassani, credo pure lei meravigliata, ha messo tra le mani  tremanti della mamma la pergamena. In questo caso non si tratta certamente di  valore legale ma di valore reale!
										Nonostante in Italia  nulla possa accadere di serio senza i “settanta volte sette, i timbri, questa  volta, proprio i timbri sono diventati piccoli e banali perchè l’amore li ha  sconfitti. Dentro a questi momenti di sconvolgente umanità, e di vera poesia,  c’era l’interessante ricerca di Luca, scalatore “nato” che qualche giorno dopo  avrebbe voluto scalare in Nepal il Dhaulagiri, la settima montagna più alta del  mondo (8.167 metri).
										La tesi verteva sugli  effetti del succo di barbabietola nelle prestazioni sportive ad alta quota. Lo  ha spiegato la mamma nella sala strapiena di compagni di studio, di amici, di  parenti e di professori. 
										Mentre ricordava il  figlio e le tante ore dedicate allo studio e l’impegno puntiglioso per  concludere nel migliore dei modi il lavoro, sul grande schermo comparivano le  foto, scattate da lei, nel momento esatto della scalata solitaria e della  caduta mortale, avvenuta dopo la gara.
										Vorrei ricordare a  tutti, soprattutto a me, che ci sono ragazzi che sanno vivere 22 anni  meravigliosi tra le nuvole del cielo e le scarpe chiodate. Vorrei inoltre  abbracciare una madre che, qualche giorno prima, aveva con Luca dormito in un  bivacco in Valvaraita sotto quattro coperte! E, per finirla bene, vorrei che la  pergamena fosse riconosciuto, anche legalmente!
                                    
                                    Don Antonio Mazzi