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										Da ottimo interprete del Vangelo, sa  bene che non esiste un pezzo di uomo che ama Dio e l’altro pezzo di uomo che  traffica su cose ben “altre” e diverse.
										L’opinione pubblica - privata,  cattolica e laica - di tanto in tanto si domanda se questo uomo vestito di  bianco e che si ferma appena vede un bambino per baciarlo, sia solo un  sant’uomo o non sia anche un uomo politico.
										E qui va chiarito che la parola  politico va pulita dai numerosi equivoci e doppi sensi di cui è stata  rivestita. Poiché chi vive la misericordia e fa del perdono la sua bandiera non  deve tacere o sottovalutare situazioni che sono contro l’uomo, contro la  società e contro l’onestà.
										A suo tempo Papa Giovanni Paolo II ha  urlato contro i mafiosi con potenza insolita. Oggi Papa Francesco, dopo aver  anche lui scomunicato i mafiosi, fa un passo avanti, ancora più “politico” (se  vogliamo continuare con l’equivoco) o meglio più evangelico e scomunica i  corrotti.
										Potrebbero sembrare molto lontane le  due categorie: mafioso si sa cosa fa ed è ben chiaro il suo mestiere. Quando  invece parliamo di corrotti, facciamo un salto mortale triplo (come direbbero  gli sportivi) perché la corruzione tocca quegli strati della società che  dovrebbero fare tutto e di tutto perché la corruzione non la sporchi, la  inquini e la deturpi. Un gesto che esige il coraggio del profeta biblico, alla  Geremia e alla Isaia.
										Per arrivare a questi livelli, il Papa  deve essere veramente stufo di quanto vede, sente e vive fuori e dentro la  società e la chiesa. Sia benedetto questo gesto e soprattutto speriamo che  passi quanto prima alla realizzazione: cacciando ufficialmente dalla Chiesa i  corrotti e le associazioni mafiose.                  
                                    
                                    Don Antonio Mazzi