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										Come spesso accade  tutto ciò che si è detto e fatto ha subito fasi e momenti alterni. Non vorrei  pensare a giochi politici ed equivoci ma la voglia di protagonismo talvolta prevale  anche in vicende terribili e delicatissime come queste.
										Il dolore dei  genitori, la rarità della malattia, la rivalità all’interno della comunità  scientifica, la speranza che non tutto fosse perduto hanno frammischiato  speranze e confusione. 
										Mi fermo alla parola  confusione perché la figura del bambino sofferente e della coppia dei genitori  è talmente forte e potente dentro di noi che (penso io) anche i più duri e più  malfidenti non possono non aver ceduto alla commiserazione.
										Ora tutto si è  fermato. I due genitori, capito che i problemi politico-tecnico-scientifici  allungando i tempi, hanno fatto perdere la debolissima opportunità di salvare  la creatura, hanno accettato con la coscienza serena la morte del loro bambino.
										A noi l’obbligo di  stare vicini non solo ai due genitori di Charlie ma anche ad altri genitori che  convivono con situazioni così pesanti. Giunti alle triste fine, rimane però in  me la brutta sensazione che qualche ombra attorno a questa vicenda ci sia  stata.
                                    
                                    Don Antonio Mazzi