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                                          Il  problema è certamente delicato ma ha bisogno che venga data qualche risposta.  Siamo appena agli inizi del lavoro della commissione ed è abbastanza facile  capire e prevedere quante saranno le difficoltà e le interpretazioni che  insorgeranno su un argomento così complesso.
                                          Diventare  padri e rimanere preti, per il diritto canonico, non è possibile e la questione  esige attente valutazioni. E quando il Vaticano parla di "attente valutazioni"  dobbiamo chiudere i tempi normali del calendario e aprire i tempi ben diversi della  pazienza.
                                          Un bell'esempio,  però, viene dai vescovi irlandesi. Ad agosto scorso hanno pubblicato già alcune  linee guida. Quella che mi colpisce di più e mi meraviglia in positivo è  l'affermazione che "le necessità del bambino devono avere la priorità". Vanno  evitate, il più possibile, le ferite psicologiche a seguito della segretezza e  della doppia vita parentale.
                                          Molto  bello anche se decisamente impegnativo. Infatti questi vescovi aggiungono,  subito dopo, che le responsabilità del prete-padre rimangono tutte: "Un  sacerdote, come ogni padre, deve far fronte alle proprie responsabilità:  personali, morali, legali ed economiche". Quindi, secondo la Conferenza  episcopale irlandese, paternità e sacerdozio possono essere compatibili, purché  i diretti interessati non fuggano dai propri doveri sacerdotali e che le stesse  autorità ecclesiali agiscano in tal senso. "Ogni caso" concludono i vescovi  irlandesi, "va esaminato con attenzione".
                                    
                                    Don Antonio Mazzi