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									Per  me il signor Riva, come il signor Berlusconi, valgono quanto gli altri. Il bello di queste strutture consiste  che all’arrivo i “potenti” diventano ex, perdono i “titoli”. L’accoglienza è  naturale, senza difficoltà di inserimento e senza bisogno di confessioni  pubbliche. È arrivato Fabio!
									Non  ho nessuna voglia di approfondire la questione degli affidamenti, come sono stufo di parlare e  discutere di giustizia, della pena e delle carceri italiane. Ci sarebbero tanti  altri modi di far scontare le pene oltre le galere. Gli affidamenti potrebbero  essere uno fra i tanti modi. Ma anche su questo punto le discussione e le  stranezze sarebbero infinite. Un  proverbio dice che la giustizia può sbagliare ma l’ingiustizia mai.
									Vorrei tanto che i magistrati  venissero a fare volontariato e a conoscere meglio le strutture alla quali  affidare i loro “clienti”. Accenno volentieri a due amici magistrati che spesso  vengono a condividere con i miei ragazzi feste e lavori: Giovanni Colombo e  Piero Calabrò, oggi usciti dalla Magistratura.
									Torno sulla vicenda di Fabio Riva,  dipinto come una vittima, per di più ammalata. È strano che tutti questi  signori arrivino ammalati. Non ditemi che sono senza cuore! Ne ho visto troppe!  È giusto che chi sbaglia paghi e sconti le pene con processi veloci. 
									Mi  pare altrettanto urgente che la giustizia faccia pagare tutti in modi più  trasparenti e meno ritagliati su misura. Il comico, però, che traspare dal tragico, come ai tempi  di Berlusconi, mi fa dire: cosa significa mandare un signore di anni 62 ad  assistere i bambini disabili, a fare i compiti e ad assisterli durante i  giochi?
									È mai possibile che in Italia non esistano strutture più adatte  e adeguate per un signore come il Riva e non esistano ragazzi e giovani più  grandi, con i quali lavorare meglio, avendo un po’ più di esperienza?
									Finisco augurando salute al Riva e  augurandomi che tali notizie godano meno spazio nei quotidiani “seri”.                      
                                    
                                    Don Antonio Mazzi