 
                        Con gli esorcisti ho  sempre avuto una faticosa antipatia. Nelle nostre comunità ci sono ragazzi e adulti  che ammazzano, spacciano quintali di “roba”, violentano e ne combinano di ogni,  ma nessuno di noi ha mai parlato di diavolo o si è dichiarato esorcista.
								Di “demonìa” nella  nostra società ce n’è tanta e ci sono questi santoni, con file davanti alla loro  porta, impegnatissimi a liberare i loro pazienti da “possessioni” diverse e,  secondo me, molto meno pericolose delle “nostre”.
								Forse ci sono due  tipi di diavoli: il diavolo ecclesiastico che invade gli animi cattolici, e il  diavolo laico che noi chiamiamo: pedofilia, spaccio, bullismo, suicidio, ben  più “spaventoso e criminale” dell’altro.
								La nostra fatica,  purtroppo, non è quella dell’esorcista ma quella della pazienza infinita, del  rischio quotidiano, della sconfitta sempre più pesante e, per dircela fino in  fondo, sempre meno compresa anche dagli uomini di chiesa.
								Siamo rimasti quattro  preti, fuori di testa e spesso considerati quasi eretici come me, che vedono  attorno moltiplicarsi il fenomeno del disagio giovanile, senza che vi siano  segni di presa di coscienza, vuoi dalla politica e vuoi dalla chiesa.
								Sono belle le  prediche ma gli oratori sono quasi scomparsi e gli enti locali trovano sempre  quattro soldi per fare “le ronde”, ma quasi mai per aiutare le famiglie a  capire quello che sta succedendo ai loro figli.
								Con questo non voglio dire che non esista anche il  fenomeno degli “indemoniati” ma che dobbiamo cercare di leggerlo sempre più da  cristiani veri.
                                    
                                    Don Antonio Mazzi