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									Comunque,  volendo fare quattro chiacchiere serene in occasione delle feste e del nuovo  anno, parto dalla notizia, riportata dal Corriere della Sera e quindi vera e  credibile (nonostante i brutti pensieri e le peggiori definizioni di un certo  Grillo riguardante i giornalisti) che l’Italia non solo invecchia, ma sarebbe  addirittura la prima nazione per longevità. In poche parole: noi italiani  saremmo gli ultimi a fare i figli e i primi a non morire mai. 
									E,  dal rapporto di Eurostat, ci sarebbe anche la ricetta per non morire mai:  rimanere sempre attivi, laboriosi, con interessi che diano voglia di vivere, di  alzarsi al mattino già con nella testa una giornata vivace.
									E  per continuare, tra l’allegro e il festoso, potrei aggiungere un suggerimento  educativo, interessante e interessato.
									Io,  don Antonio Mazzi, anni 87, lavoro (qualche volta prego, spesso mi arrabbio)  dalle 6 del mattino fino a notte fonda. Ho aperto una quarantina di strutture  in Italia e all’estero. Aiuto centinaia di giovani. Sono fortunato perché gli  educatori che sono con me, sono bravi tutti (siamo a Natale!).
									Arrivo  al suggerimento. Tra i volontari (perché ci sono tra noi anche volontari) alcuni  viaggiano sulla ottantina. Sono pochi. Se qualcuno che mi sta leggendo volesse  assicurarsi la longevità di cui parla il rapporto Eurostat, venga presto da noi  qui ad Exodus.  C’è posto, le attività  non mancano, sia in Italia che all’estero (per estero intendo Madagascar,  Honduras, Etiopia, Angola, Brasile, Bolivia, ecc….).
									Vi  garantisco che oltre la longevità potrei allungare, sottomano, qualche  raccomandazione per un posticino in Paradiso, magari tardi.
									Sono  contento dell’occasione che mi è stata offerta da questa ricerca. Aggiungerei,  però, un’altra cosetta che mi starebbe a cuore e che credo rientri nella gioia  di questi giorni.
									Se  oltre, noi italiani essere longevi (gli ultraottantenni sono 3,9 milioni)  diventassimo anche nonni?
									Non  voglio spingere troppo; ma Natale e longevità (non mi sono informato sull’età  dei Re Magi) farebbero un bel duetto. Per economia, poi, invece di scomodare  gli angeli ad ogni nascita di nipote, ci potremo accontentare delle zampogne e  della banda del paese. Il quadro così si completerebbe decentemente.
									Per  non buttar via tempo e gioia, come conclusione mi aspetterei nel 2017: più  nipotini, più volontari, meno angeli e più zampogne.
														
                                    Don Antonio Mazzi