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									Infatti le sue  “uscite” non possono essere chiamate sermoni, discorsi. Di giorno in giorno  piccole rivoluzioni, cariche di emozioni, di attenzioni, di vicende ancora  calde di trepidazioni e di novità, escono tra una parola e l’altra con la  potenza dolcemente profetica ed evangelicamente rivoluzionaria.
									Per la prima volta,  le problematiche laiche pesano dentro al cuore di un Papa tanto quanto le  proposte ecclesiastiche. Qualcuno ha scritto che per lui il popolo è una  categoria mistica.
									Io vorrei aggiungere  che il popolo disperso si sta ricomponendo. Il gregge si sta raggruppando  attorno al suo Pastore. E per gregge intendo non solo le novantanove pecorelle  rimaste all’ovile, ma anche l’unica che si è smarrita.
									Soltanto se  accettiamo queste premesse, possiamo accettare anche gli straordinari  suggerimenti dati ai parroci di Roma. “Fatevi prossimo con lo stile proprio del  Vangelo nell’incontro e nell’accoglienza di quei giovani che preferiscono  convivere”.
									Secondo il Pontefice la Chiesa è madre e non  abbandona quei giovani che sono rimasti spiritualmente poveri. Anzi: li tiene  più vicini e se ne prende cura in modo particolare. E sempre parlando ai  parroci, aggiunge: “Di ogni persona e di ogni situazione voi siete chiamati ad  essere compagni di viaggio per testimoniare e sostenere. Abbiate verso di loro  uno sguardo di tenerezza e di compassione, perché anche Cristo avrebbe fatto  così!”.
                                    
                                    Don Antonio Mazzi