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                                          E qui permettete che mi commuova  anch'io, ripassando i momenti nei quali ho fatto parlare un fiore per me.  Fatalità, guardando fuori dall'ufficio, mentre scrivo, la signora Denis,  volontaria, sta innaffiando e accomodando i vasi di fiori che voglio da sempre  lì davanti alla porta.
                                          La mattina infatti, prima del  Padreterno in cappellina pochi metri dopo, vedo i fiori. Perfino Cristo,  secondo Matteo, in uno dei più bei passaggi, nel discorso della montagna, dopo  averci insegnato la più bella preghiera del mondo, il Padre Nostro, aggiunge: "E per il vestito perché vi preoccupate?  Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure  io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di  loro. Ora, se Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani si getta  nel forno, non farà molto di più per voi?". Per la studentessa l'ha fatto!
                                          Certamente il gruppo di caproni che,  al posto del cuore, hanno quella "roba" che di solito mettiamo sotto i fiori,  faranno una risata o una smorfia, alzando le spalle e mandandomi a quel paese.
                                          Io non dovrei pensare così, e già me  ne pento. Se fossi a Firenze andrei a trovarli, dopo aver abbracciato il  bengalese e la ragazza che ha evitato loro anche la denuncia. Ha raccontato la vicenda, credo, solo per  ringraziare l'unica persona che è venuta in suo aiuto ed era uno straniero (e anche qui non vorrei fare troppo il prete, ma ci ricorda un altro episodio  del Vangelo, rispetto all'unico che è tornato a ringraziare).
                                          "Su Facebook ho pubblicato la foto del  mio salvatore: questo è un volto che non dimenticherò mai. Ho deciso di  scrivere cosa mi è accaduto, perché molti  pensano che non ci sia bisogno di femminismo, dell'antisessismo,  dell'integrazione, che in fondo quei ragazzi stessero solo scherzando, che  sono ragazzate, che gli stranieri a casa loro…"
                                          Questa storia mista di poesia, di  dolcezza e di vergogna, fotografa la nostra povera Italia, e non solo Firenze!
                                    
                                    Don Antonio Mazzi