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                                        Nelle classifiche europee siamo sempre  nel "banco degli asini". Debbo, però, dirvi che per due ore ho  visto uno straordinario interesse dei docenti e ho finito l'incontro con una  tremenda nostalgia per non poter stare altre volte a parlare con loro, perché  c'è una gran voglia di cambiare pagina.
                                        Abbiamo messo sulle spalle di questi  insegnanti un peso enorme, senza dar loro quel minimo di  ascolto e quel tanto di entusiasmo che "questo mestiere" esige. Se vogliamo una  società diversa dobbiamo ripartire da lì, perché, purtroppo, anche la famiglia, dai segnali che ho io, non è  più l'istituzione forte, energica, positiva e capace di "formare" le  creature dai primi anni, in modo che, all'arrivo sui banchi della scuola, i  ragazzi abbiano quel bagaglio minimo che permetta loro e ai docenti un percorso  scolastico dignitoso e in grado di affrontare una società sempre più balorda e  senza guide autorevoli.
                                        Con  questo non voglio declassare la famiglia. Nei prossimi incontri, se verranno,  vedrò anche le famiglie, ma la fragilità e il disorientamento delle nostre  famiglie esige una presa in carico con più convinzione, da parte della scuola,  evitando polemiche perditempo. Dobbiamo  accettare e leggere le situazioni "dal vero" e tirare diritto, la scuola  non deve solo istruire ma fare una fatica in più, anche se politicamente  scorretto.
                                    
                                    Don Antonio Mazzi