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                                        Annunciamola  subito alla buona, facendo finta di ignorare le conseguenze: dal primo di  gennaio 2018 non si venderanno più sigarette nei negozi vaticani.
                                        Detta così è una notiziola da  ventiquattresima pagina di un quotidiano provinciale. Scoccia un po' solo per i  dieci milioni di euro persi (che per il Vaticano non sono una bazzecola), ma  per il resto, ammanco di bilancio a parte, la notiziola resta notiziola.
                                        Io non sono un gran frequentatore né  dei Musei Vaticani né, tanto meno, dei negozi vaticani. Indovino però le  "giaculatorie" che preti, laici-quasi preti, parenti e dipendenti, seminaristi  ed ecclesiastici vari emetteranno e inventeranno, senza acquisire nessuna  indulgenza. Anzi!
                                        Quelli  che spiano volentieri dalle serrature dei portoni vaticani ci dicono che crea  più caos una "banale" iniziativa così che certi discorsi e certe dichiarazioni dal peso religioso ed evangelico ben  più impegnativo.
                                        Questo Papa resta gesuita! E, come  tutti i gesuiti, sempre secondo gli illuminati, mette in moto processi dentro i  quali semina le novità che vuole prima o poi vittoriose, nei campi più diversi,  sapendo scomodare Lutero e le Malboro, i cardinali con le croci d'oro e i preti  con il telefonino durante le funzioni religiose.
                                        Ricordo  volentieri che questo Papa venuto dalla fine del mondo è stato insegnante,  educatore, amante dei giovani e sa che tutto ha una finalità e un senso, perciò invita a trasformare i luoghi  di potere in luoghi di servizio e insieme manda messaggi educativi ai giovani,  alle famiglie, a tutti per convincerci che vincerci che vincere anche i cosiddetti  "vizietti" può servire alla "grande causa".
                                    
                                    Don Antonio Mazzi