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                                          Credo che tutti i genitori, davanti ad una telefonata dalla  caserma del figlio, non si sentano così allegri e spensierati. Infatti il papà  dichiara: "Mi è preso un colpo quando mi ha chiamato dicendomi cosa era  accaduto. Avevo il cuore a mille". Tanto che appena arrivato proprio davanti ai  carabinieri gli ha rifilato uno schiaffo. Niente di violento. Sono gesti  istintivi che spesso avvengono dentro casa. In questo caso, poi, deve essere  stato istintivo al massimo. E come diciamo noi "gli può essere solo scappato di  mano".
                                          I carabinieri denunciano il padre per "abuso" dei mezzi di  correzione. Chiamare abuso uno schiaffetto, che non ha lasciato nessun segno,  proprio ad un figlio minore dato negli uffici delle forze dell'ordine, mi  lascia tra il perplesso e il meravigliato.
                                          Il genitore, chiarisce, anche se per me non ce ne fosse stato  bisogno: "Non sono mai stato un padre violento e mai lo sarò: il mio era uno  schiaffo educativo. Io voglio che mio figlio stia lontano dalle schifezze di  questa nostra vita. Ho già avuto i miei guai con suo fratello, il mio  primogenito e tutto per delle compagnie sbagliate. Il mio è stato un gesto di  delusione, era solo per fargli capire che aveva commesso un errore. Lo schiaffo  non aveva lasciato nessun segno. I miei figli sono la mia vita. Se ho sbagliato  è giusto che io paghi, ma per il bene di mio figlio lo rifarei".
                                          Non vedo nessuna giustificazione per una denuncia, come mi sembra  eccessivo e strano che venga portato in caserma un quindicenne per uno  spinello. Credo che due parole dette con criterio dai carabinieri, nel parco,  sarebbero state più efficaci e avrebbero creato meno antipatia alle forze  dell'ordine e meno "complesso" nel minorenne.
                                          Ho visto atteggiamenti ben diversi da altri carabinieri, in  situazioni più delicate e più problematiche. Comunque ben vengano i padri che  vivono per i figli. Consiglio, però, a loro, padri, di dire una parola in più e  di dare una sberla in meno.
                                    
Don Antonio Mazzi