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                                        Nel suo scritto egli invita i  cattolici a non aver paura della politica e perciò a non essere i soliti  assenti, non votanti, chiaramente disinteressati nei momenti strategici e  delicati della vita del paese. Questo ulteriore passo suppone un atteggiamento delicato e interiore.
                                        Dice, appunto, il porporato che è  eticamente doveroso lavorare per il bene comune dell'Italia con carità,  responsabilità e senza partigianeria. C'è una umanità italiana che non deve  stravolgere il nostro convivere trasmettendo ai figli più diseducazione e odio  che responsabilità e collaborazione sociale.
                                        Mi meraviglia che nel discorso molto  autentico e chiaro esca la parola "carità". Il Presidente della CEI non ha  voluto distinguere la politica con la religione, la carità con la civiltà e  l'impegno partitico.
                                        Certamente questa ultima votazione ha  coinvolto pesantemente tutti i preti e religiosi compresi. Perciò sarebbe ora  che facessimo tutti una rilettura  profonda, capace di chiarire come non sia più possibile disunire l'essere  cittadino dall'essere pastore "in toto" ignorando gli orientamenti che i nostri  piccoli e grandi greggi devono incontrare sempre più spesso e con sempre meno  "segnaletiche".
                                    
Don Antonio Mazzi