IL GESTO DI GATTUSO CI RICONCILIA CON IL SENSO PIÙ VERO DELLO SPORT

06/06/2019

Non so se al mio amico Luciano Spalletti, ex allenatore dell’Inter, al momento dei saluti, gli sia frullata per la mente la incredibile idea di rinunciare a cinque milioni e mezzo netti della sua buona uscita per “salvare gli stipendi dei suoi collaboratori”.
Non ci credo e mi scuso se ribadisco. Invece Rino Gattuso, con il suo gesto al momento del congedo dal Milan, nella sua ordinaria stranezza e con la sensibilità esteriore di un giovanotto da quartiere, ci ha spiazzato tutti. Nel calcio un fatto come questo ha rimesso al centro del tavolo il ruolo che da tempo aveva perso. E soprattutto ci fa scoprire quante cose straordinarie ciascuno di noi si porta dentro. Ci fermiamo sempre troppo alla parte esteriore del mondo in cui viviamo, affascinati più dalla superficialità che dalla sostanza delle cose stesse.
Sul personaggio Gattuso poi, le battute non lo favorivano e certamente non faceva parte degli allenatori idoli. E lui non ha mai fatto niente per essere stimato e definito come tanti altri suoi colleghi. C’è una frase che volentieri applico al vero Gattuso: “Un po’ di follia, rende più interessante la vita”. E lui ha messo insieme queste due cose e ce le ha dimostrate, litigando a Ferrara, alla vigilia della partita con la Spal, strapazzando i giornalisti, per come lo avevano seguito e descritto nei diciotto mesi che è rimasto alla guida del Milan.
Le frasi uscite in quell’occasione non lo esaltavano e addirittura facevano dimenticare il ragazzo vivace, brillante e insieme umile e intelligente dei primi anni. Pochi giorni dopo è venuto fuori l’altro Gattuso, quello sconosciuto, lasciando l’amministratore delegato Ivan Gazidis incredulo e fortemente colpito dalla scelta di Rino, licenziato “poco dignitosamente” dalla società.
E per goderci ancora una boccata di aria sana, ricordiamo che quest’anno durante una tappa del Giro d’Italia, sulla salita del Mortirolo, Francesco Ventoso, mentre veniva sorpassato da Vincenzo Nibali, suo avversario, in pieno attacco, gli ha offerto la sua borraccia… Gesto, per chi ne capisce un po’ di ciclismo, che ci riporta all’analogo fair play tra Bartali e Coppi al Tour de France del 1952.
Nello sport fatti del genere dovrebbero essere molto più numerosi, perché lo sport è anche questo: lo renderebbero ancora più affascinante e più “completo”.


don Antonio Mazzi