COSÌ IL PAPA SGRETOLA LE NOSTRE CONVINZIONI DA BENPENSANTI

26/04/2016

Il primo commento che ho sentito al bar, è stato: “Anche il Papa si è messo a fare il barcarolo!”. Certamente per l’italiano medio il gesto del Papa a Lesbo ha creato meraviglia e confusione. Addirittura c’è chi, da qualche tempo, sottolinea le riflessioni del Papa all’Angelus, in piazza San Pietro, cariche di sfumature politiche.
Questo uomo, non europeo, venuto dalla fine del mondo, ha rovesciato tutte le logiche e ha obbligato tutti noi a stare o con lui o contro di lui. Il motivo è semplice. Per lui fede, cultura, azione, emozione, ragione, laicità e religiosità, esigono risposte e non ideologie, più o meno colorate politicamente.
Non so se abbiate letto la spiegazione che lui stesso ha dato ai giornalisti del suo gesto. Riporto frasi sue. Cioè frasi di un personaggio vestito di bianco, che aveva sempre i discorsi prestampati, che viaggiava con consiglieri e segretari dai ruoli definiti, ai quali gli altri papi si rivolgevano prima di ogni azione. (Per non essere maleducato non dico: prima di ogni starnuto).
Questo Francesco, quando sente dentro di sé “Qualcuno” che lo spinge, non c’è ruolo o Cardinale che tenga. Fà, agisce, decide, sconvolge, sorridendo con una semplicità “rivoluzionaria e biblica” da profeta.
Ritorno alla spiegazione del Papa ai giornalisti: “Prima di tutto non c’è alcuna speculazione politica. Io non conosco bene gli accordi con la Turchia. L’iniziativa di portarli con me è stata una cosa puramente umana. L’idea è venuta ad un mio collaboratore. L’ho accettata subito, perché ho capito che era lo Spirito Santo a suggerirla. Sono tutti mussulmani, ma non ho fatto una scelta. Questi avevano le carte in regola, invece c’erano due famiglie cristiane che non le avevano”.
Tutto qui! Sono ospitati dalla Comunità di S. Egidio, ma ci ha tenuto a dire che le tre famiglie saranno a carico del Vaticano. Certamente la visita del Papa a Lesbo non risolve le incomprensioni e le diatribe che rischiano di dividere ulteriormente i governi e i politicanti europei.
Il fenomeno è irreversibile e potrà essere gradualmente affrontato solo se l’Europa, e il resto del mondo, troveranno quel minimo di buon senso che, per intanto, pare sia più presente nel popolo che nei governanti.
Tornando al Papa, devo dire che ogni volta fa scattare dentro di noi vibrazioni molto più forti dei ragionamenti e dei codicilli che stiliamo in nome della regolarità, della difesa, della civiltà, della legalità, della integrità. L’accoglienza è una parola che va cancellandosi e il dialogo tra nazioni pare non essere più una priorità. Il Papa spiega tutto in due parole: “Perché i migranti per noi sono un peso e non un dono”.

Don Antonio Mazzi