DIVORZIATI RISPOSATI: FINISCE L’ERA DEI DIVIETI, LO VUOLE FRANCESCO

19/04/2016

L’esortazione apostolica “Amoris laetitia” di Papa Francesco colpisce e interessa soprattutto per la possibilità, che viene offerta ai divorziati risposati, di accedere ai sacramenti attraverso un discernimento affidato ai confessori. Non è certamente cosa da poco, anche perché sotto questa “piccola” concessione, sta una visione diversa del matrimonio.
Bergoglio libera il sesso coniugale dall’eccessivo peso dato alla procreazione, sulla concezione troppo astratta, negativa, con un atteggiamento difensivo nei confronti del mondo e sull’applicazione troppo moralistica e dottrinale nei confronti delle situazioni irregolari “come se fossero pietre che si lanciano contro la vita delle persone”.
E, come sempre, sintetizza in poche parole la nuova linea pastorale in questo campo. “La dimensione erotica non è un male permesso ma un meraviglioso dono di Dio”. Con questo non è stato né lassista né equivoco verso le situazioni che non hanno niente a che fare con la misericordia, l’apertura al mondo e la pastoralità della strada. Ha ribadito il no all’aborto, all’eutanasia e la contrarietà alle nozze tra gay. Secondo Bergoglio la chiesa ha presentato un ideale teologico al matrimonio troppo astratto, facendo sì che il matrimonio non diventasse desiderabile e attraente, ma tutto il contrario. La varietà di situazioni familiari vanno riconosciute, interpretate e aiutate, ma le unioni di fatto o tra persone dello stesso sesso non si possono equiparare semplicisticamente al matrimonio.
Un’altra domanda forte e delicata se la pone e la pone a tutti noi che lavoriamo nel campo pastorale. “Chi si occupa di sostenere i coniugi, di aiutarli a superare i rischi che li minacciano, di accompagnarli nel loro ruolo educativo, di stimolare la stabilità della unione coniugale?”.
Non so se interpreto male la domanda dicendo che va profondamente ripensata la dottrina e la prassi che noi preti, da tempo, usiamo in questo campo. I corsetti prematrimoniali, spesso affidati ad altri coniugi, a specialisti vari e limitati a teorie e a pure conoscenze giuridiche e sacramentali non sono più sufficienti. Il matrimonio è l’esaltazione del capolavoro di Dio, lo sbocco del cammino che fa dell’amore il bisogno più grande di ogni creatura e che perciò deve essere sempre oggetto di riflessioni intense, serene, ma chiare e affascinanti.
Quando parliamo di amore non c’è solo l’amore per Dio, l’amore spirituale e l’amore finalizzato solo alla creazione di creature. L’amore coinvolge interamente corpo e anima, Dio e uomo, famiglia e società, l’io, il tu e il noi in un concerto di emozioni, di tenerezze, di attenzioni e di relazioni senza delle quali le case sono pure abitazioni, le città ammasso di palazzi e la vita un passare di giorni carichi di monotonia, di ricerca di comodità e di soldi e rattristati dall’avanzare delle difficoltà.
Chiudo tornando al tema dei divorziati risposati. Il Papa non ha voluto stabilire una norma valida per tutti perché i divorziati che vivono una nuova unione possono trovarsi in situazioni molto diverse e particolari, che non devono essere catalogate e rinchiuse in affermazioni troppo rigide senza lasciare uno spazio adeguato al discernimento pastorale.
Tutte queste situazioni secondo il Papa “vanno affrontate in maniera costruttiva, cercando di trasformarle in opportunità di cammino verso la pienezza del matrimonio e della famiglia alla luce del Vangelo”.

Don Antonio Mazzi