ADOLESCENZA ANTICIPATA, DIFFICILE DA GESTIRE

20/01/2017

La cosa che più mi innervosisce, è e sarà la quantità infinita di trasmissioni mediatiche, di commenti giornalistici, di interpretazioni, dichiarazioni, particolari anche i più delicati, dai quali saremo subissati, come fu per il caso Maso e per Erika De Nardo. La gente ha bisogno di morbosità e noi allegramente la intasiamo in tutti i modi.
Vorrei, invece, sottolineare con tristezza e delusione, sicuro che ancora una volta non sarà ascoltato, la nuova fisionomia dell’adolescenza, non soffermandomi sui fatti e misfatti particolari. Non vogliamo capire una cosa che vediamo con i nostri occhi tutti i giorni. L’anticipazione dell’adolescenza è l’elemento più urgente sul quale dobbiamo lavorare. I nostri ragazzi, attorno ai dieci anni entrano in una zona a noi e a loro sconosciuta. Il fisico trabocca ed esplode, infrangendo ogni regola e norma educativa, etica e morale, perdendo ogni orientamento. Nasce una zona grigia nella quale l’istituto gioca il ruolo più determinante. L’esplosione fisica brucia ogni regola e limite, mette insieme realtà e sogno, capricci e diritti, fatti e misfatti.
I nostri figli, troppe volte, sono stati più frutto dei nostri bisogni affettivi e possessivi, che di manifestazioni di amori maturi tra coniugi e individuali. Abbiamo dato alla “qualità della vita” una traduzione rivolta solo al benessere economico e fisico, trascurando la fatica e la complessità della costruzione del nuovo uomo (io parlo addirittura di seconda nascita) che esige molta più fatica e attenzione da noi svolta durante l’infanzia.
Da anni diciamo che soprattutto la scuola media inferiore, va reinventata, partendo dalle strutture, dai programmi, dalla formazione dei docenti, dalla vecchia modalità dei registri, delle aule e delle materie soprattutto teoriche. È il corpo che predomina in questo periodo e non solo il cervello. Il ragazzo passa a scuola questo periodo tra i più delicati. Buttiamo via i banchi, le cattedre. Facciamo quotidianamente attività artistiche, sportive e musicali. Curiamo le relazioni, le presenze, i gruppi, le storie di ognuno. Sono il domani dell’Italia e dobbiamo aiutarli ad oltrepassare indenni questa zona grigia. Sfoderiamo passione, attenzione, serenità, pazienza e avventura. Smettiamo di fare la guerra con la famiglia, perché anch’essa è vittima e non causa.

Don Antonio Mazzi