PAPA FRANCESCO E LA CONVIVENZA

07/03/2017

Penserete che questa è una delle mie tante “quasi eresie” ma le provocazioni di questo Papa, straordinarie e normali insieme, mi travolgono ogni volta e mi danno gioia, perché colgono la vita nel modo più vero e concreto.
Infatti le sue “uscite” non possono essere chiamate sermoni, discorsi. Di giorno in giorno piccole rivoluzioni, cariche di emozioni, di attenzioni, di vicende ancora calde di trepidazioni e di novità, escono tra una parola e l’altra con la potenza dolcemente profetica ed evangelicamente rivoluzionaria.
Per la prima volta, le problematiche laiche pesano dentro al cuore di un Papa tanto quanto le proposte ecclesiastiche. Qualcuno ha scritto che per lui il popolo è una categoria mistica.
Io vorrei aggiungere che il popolo disperso si sta ricomponendo. Il gregge si sta raggruppando attorno al suo Pastore. E per gregge intendo non solo le novantanove pecorelle rimaste all’ovile, ma anche l’unica che si è smarrita.
Soltanto se accettiamo queste premesse, possiamo accettare anche gli straordinari suggerimenti dati ai parroci di Roma. “Fatevi prossimo con lo stile proprio del Vangelo nell’incontro e nell’accoglienza di quei giovani che preferiscono convivere”.
Secondo il Pontefice la Chiesa è madre e non abbandona quei giovani che sono rimasti spiritualmente poveri. Anzi: li tiene più vicini e se ne prende cura in modo particolare. E sempre parlando ai parroci, aggiunge: “Di ogni persona e di ogni situazione voi siete chiamati ad essere compagni di viaggio per testimoniare e sostenere. Abbiate verso di loro uno sguardo di tenerezza e di compassione, perché anche Cristo avrebbe fatto così!”.

Don Antonio Mazzi