QUANDO LA FAMIGLIA DIVENTA UN INFERNO

10/03/2017

Toccare argomenti come questi significa mettere le mani su un braciere. Ti bruci e basta. Anzi ti senti bruciare non solo le mani, ma anche l’anima. Perché non sai da che parte giudicare il misfatto e fino a che punto i fatti siano stati così devastanti da provocare una scena dantesca infernale.
Un figlio di diciotto anni si è sentito in dovere di ammazzare, con premeditazione e senza la minima indecisione, il padre per il pessimo contegno, che lui padre, ha tenuto verso la madre offendendola nei modi più vergognosi e abbandonandola per andare a vivere con una cugina.
Non scendo nei particolari perché già quanto ho scritto è più che nauseante. Ma soprattutto perché vorrei non aver mai letto cose simili, e non aver mai pensato che si potesse arrivare fino a questi vertici pazzeschi, assurdi.
Fu lui a caricare il fucile e a             sparare in faccia al padre. Fu lui a chiamare i carabinieri e, con le braccia in alto, a pronunciare la sentenza: “Ho fatto quello che dovevo”. Mi arrischio, senza voler aver ragione e senza giudicare, di parlare di rapporti malati. Attaccare il termine malattia ai rapporti intrafamiliari ci spaventa.
Quando tempo fa, commentando un altro misfatto, dicevo che la casa e la famiglia o sono un paradiso o un inferno, qualcuno mi ha detto che sono sempre eccessivo. E per un certo periodo l’ho pensato anch’io. Non è giusto trasformare tutto in buono o cattivo, bello o brutto, paradiso o inferno, perché quasi l’intero mondo è posto nel mezzo.
Abbiamo vissuto per tanto tempo tra il bene e il male, la povertà e la ricchezza. La fatalità aveva fatto sì, secondo allora, che si nascesse in una famiglia sbilenca, oppure in Calabria, oppure nella città di Milano.
Era successo! E si vivevano passivamente le conseguenze. Oggi non è più così. La civiltà, il benessere, la mondialità ci ha aperto nella buona e nella cattiva sorte, la testa, il cuore, le conoscenze, i diritti, i doveri, le vendette e i perdoni. E reagiamo di conseguenza.

Abbiamo fatto passi da gigante, ci siamo portati dietro cambiamenti sociali, politici, economici immensi, sottovalutando però anche i risvolti di questi enormi passi da gigante. E sotto questi passi è rimasta ferita la famiglia, le relazioni autentiche, calde, dolci, profonde che la famiglia si portava dentro. Ed ora siamo giganti feriti, grattacieli spenti, uomini in cerca di abbracci.

Don Antonio Mazzi